Guest liverpool Posted September 19, 2008 Share Posted September 19, 2008 Il mio occhi s'è fatto pittore e ha fissato i tratti della tua bellezza nel quadro del mio cuore, il mio corpo è la cornice in cui essa è racchiusa, e, in prospettiva, è la migliore arte del pittore; poiché attraverso il pittore devi vedere la sua abilità, per scoprire dove giace la tua vera immagine dipinta, che sempre é appesa alla fucina del mio petto, le cui finestre sono i tuoi occhi. Ora vedi quali buoni servizi hanno reso gli occhi agli occhi: i miei occhi hanno disegnato la tua figura, e i tuoi per me sono finestre sul petto, attraverso cui il sole si diletta per ammirarti. Ma gli occhi sono privi della capacità di dare grazia alla loro arte; essi ritraggono solo ciò che vedono, sono ignari del cuore. William Shakespeare: Sonetti d'amore 24 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
kuppolotto Posted September 19, 2008 Share Posted September 19, 2008 Bianca tartaruga, luna addormentata, come cammini lentamente Chiudendo una palpebra d'ombra, guardi come un'archeologica pupilla. Forse sei… (Satana è guercio) una reliquia. Viva lezione per anarchici. Geova usa seminare il suo podere con occhi morti e le teste delle milizie nemiche. Severo regge la face divina col suo turbante di nebbia fredda, mettendo dolci astri senza vita al biondo corvo del giorno. Per questo, la luna, luna addormentata! protesti priva di brezza, per il grande abuso la tirannia di questo Geova che vi incammina su un sentiero sempre lo stesso ! mentre lui gode in compagnia di Donna Morte che è la sua amata. Bianca tartaruga luna addormentata, Casta Veronica del sole che pulisci al tramonto il suo volto rosso. Abbi speranza, morte pulita, che il gran Lenin della tua compagna sarà Orsa Maggiore, la selvaggia fiera del cielo che andrà calma a dare l'abbraccio di saluto al vecchio enorme di sei giorni. E allora, luna bianca, verrà il puro regno della cenere. (Avrete capito che sono nichilista) Federico García Lorca Libro de poemas Agosto 1920 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest liverpool Posted September 19, 2008 Share Posted September 19, 2008 Le stelle intorno alla bella luna ne velano il volto lucente quando piena, al suo colmo risplende su tutta la terra. Saffo framm. [mannaggia dov'é finito il mio libro di Baudelaire?] Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
GabrieL Posted September 22, 2008 Share Posted September 22, 2008 Dormono le cime dei monti, e le gole, le balze e le forre; la selva e gli animali che nutre la terra nera: le fiere dei monti e la stirpe delle api, e i pesci nelle profondità del mare agitato. Dormono le stirpi degli uccelli, dalle ali distese. (Alcmane VII sec. a.c. -Sparta ) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest liverpool Posted September 22, 2008 Share Posted September 22, 2008 Col gran mazzo di fiori, il fazzoletto, i guanti, della regal statura come un vivo fanatica, essa incede con agio, e i modi noncuranti ostenta d'una magra civetta un po' lunatica. Si vide mai al ballo vita più smilza? Effuso in ampi e ricchi giri, con nobile turgore, l'abito le trabocca sul piede scarno, chiuso da uno scarpino a fiocchi, vezzoso come un fiore. La calza che le sfiora e infora le clavicole, come un rivo lascivo le rocce delle sponde, pudicamente salva dalle celie ridicole le sepolcrali grazie che a tutti essa nasconde. Buio e vuoto s'annidano in quelle occhiaie spente ed il cranio, di fiori con somma arte adornato, sulle fragili vertrebe trema langidamente. O fascino d'un nulla follemente agghindato! C'è chi in te vede appena una caricatura: amanti che s'inebriano di carne ed hanno a vile l'eleganza indicibile dell'umana struttura. Tu assecondi, o gran scheletro, un mio gusto sottile! Se qui per disturbare la festa della Vita con la tua forte smorfia? O superstiti brame credula alla tregenda del Piacere t'invitano dando di sprone ancora al tuo vivente ossame? Al canto dei violini, al calore dei lumi, speri di spazzar via le visioni beffarde? O forse vieni achiedere di placare nei fiumi della crapula il fuoco infernale che t'arde? Cisterna senza fondo di stoltezze e di sbagli, dell'antico dolore alambicco tenace! Bramosa ancora vedo, torcersi tra i tramagli delle tue curve costole, l'aspide senza pace! Ma gli amorosi inviti e i vezzi sono vani, io temo, né ti valgono un solo ammiratore: chi comprende lo scherzo, fra questi cuori umani? Solo i forti innamora l'incanto dell'orrore I tuoi occhi profondi la vertigine danno, e celano pensieri terribili: oh, i prudenti ballerini fissare a lungo non sapranno il perpetuo sorriso dei tuoi trentadue denti! Ma chi non s'è mai stretto uno scheletro al petto? Chi non s'è della morte cibato ogni mattino? Cosa importano l'abito, il profumo, l'aspetto? Presume d'esser bello chi diserta il festino. Baiadera camusa, baldracca trionfale, dì a questi ballerini che fanno i ghiribizzi: "Cupidetti sdegnosi, cipria o minio, che vale? Voi puzzatedi morte. Scheletri ambrati, vizzi Antinoi, bellimbusti dal mento sbarbatello, salme lustrate a nuovo, Adoncini canuti, di questa danza macabra l'eterno carosello vi trascina in lontani paesi sconosciuti. Dai freddi lungosenna all'infocato Gange salta e si sdiliquinsce l'uman gregge, né scorge da una crepa del tetto la tuba dell'Arcangelo, quel tenebroso schioppo sinistramente sporgere. Sotto ogni sole e clima, o buffa Umanità, mentre tu ti dimeni sta la morte a guardare, e spesso come te mirra al capo si dà, e ironica accompagna te demente a danzare!" Charles Baudelaire: Danza macabra Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Athesis Posted September 22, 2008 Share Posted September 22, 2008 Odi et amo quare id faciam fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. Catullo (non garantisco al 100% la correttezza grammaticale) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest liverpool Posted September 23, 2008 Share Posted September 23, 2008 Convinti di caducità per tante nobili certezze della polvere, noi indugiamo e abbassiamo la voce nei lenti filari di pantheon, la cui retorica di ombra e di marmo promette o prefigura la desiderabile dignità di essere morto. Belli sono i sepolcri, il nudo latino e le unite date fatali, la congiunzione del marmo e del fiore e le piazzette con frescura di patio e i molti ieri della storia oggi imprigionata e unica. Equivochiamo quella pace con la morte e crediamo anelare la nostra fine e aneliamo il sogno e l'indifferenza. Vibrante nelle spade e nella passione e addormentata nell'edera, solo la vita esiste. Lo spazio e il tempo sono forme sue, sono strumenti magici dell'anima, e quando questa si spegnerà, si spegneranno con essa lo spazio, il tempo e la morte, come al cessare della luce si estingue il simulacro degli specchi che già la sera stava spegnendo. Ombra benigna degli alberi, vento con uccelli che sui rami ondeggia, anima che si disperde in altre anime, sarebbe un miracolo se un giorno finissero di esistere, miracolo incomprensibile, sebbena la sua immaginaria ripetizione infami con orrore i nostri giorni. Queste cose pensai alla Recoleta, nel luogo delle mie ceneri. Jorge Luìs BORGES, La Recoleta. N. B. La Recoleta è uno dei cimiteri monumentali di Buenos Ayres, dove é sepolta tra l'altro Evita Peron. Ivi Borges pensava di essere sepolto, ma a causa dell'avvento della dittatura militare, in pieno dissenso con il popolo argentino per la sua condiscendenza al regime dei colonnelli, se ne andò in Svizzera e non fece più ritorno in patria. Molti intellettuali non gli perdonarono l'abbandono del paese, tanto meno il suo non dissimulato amore per l'Inghilterra, e così lo condannarono ad una sorta di oblio. Non sapendo queste cose, guidato da questi versi, andai alla Recoleta per visitare la sua tomba e chiesi ad un signore: "Por favor, donde se encuentra la tumba de Borges?" " No lo sè" -mi rispose seccamente- "No està aquì?" "No" fu la risposta che non ammetteva repliche alla mia petulanza. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
parole_alate Posted September 28, 2008 Share Posted September 28, 2008 Fanciulla snella e bruna, il sole che crea la frutta, quello che incurva le alghe e fa granire i grani, creò il tuo corpo gaio, i tuoi occhi di luce e la tua bocca che sorride col sorriso dell'acqua. Un sole nero e ansioso ti si avvolge a ogni filo Dei tuoi neri capelli, quando stiri le braccia. Tu giochi con il sole come con un ruscello e due oscuri ristagni lui ti lascia negli occhi. Fanciulla snella e bruna, niente a te mi avvicina. Tutto da te mi scosta come dal mezzogiorno. Tu sei la gioventù frenetica dell'ape, l'ubriachezza dell'onda, la forza della spiga. Eppure, tenebroso, il mio cuore ti cerca: amo il tuo corpo gaio, la tua voce svelta e lieve. Farfalla bruna, dolce e definitiva, come il frumento e il sole, il papavero e l'acqua. Pablo NERUDA ----- Dio, che belli i lirici greci... grazie per avermeli fatti ricordare! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest liverpool Posted September 29, 2008 Share Posted September 29, 2008 Dedicato a parole alate: La dea augusta dalla corona d'oro io canterò, la bella Afrodite che ha in suo dominio le mura di tutta Cipro circondata dal mare, dove la forza di Zefiro che umido soffia la portò sull'onda del mare risonante tra la soffice spuma: e le Ore dall'aureo diadema l'accolsero litamente; la vestirono con vesti divine, sul capo immortale posero una ben lavorata corona, bella, d'oro, ed ai lobi traforati fiori di oricalco e di oro prezioso; intorno al delicato collo ed al petto fulgente l'adornarono con monili d'oro di cui anch'esse, le Ore dall'aureo diadema, si adornano quando vanno all'amabile danza degli dei, e alla dimora del padre. E quando le ebbero fatto indossare tutti gli ornamenti la condussero agli immortali; al vederla, essi le davano il benvenuto e la salutavano levando le mani; e ognuno desiderava che fosse sua legittima sposa, e di condurla alla propria casa, e ammiravano l'aspetto di Citerea coronata di viole. Salve dea dagli occhi neri, dal dolce sorriso; concedimi di ottenere la vittoria in questo agone, e detta il mio canto; ed io mi ricordero di te,e di un altro canto ancora. Inno VI AD AFRODITE (Inni Omerici). Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
parole_alate Posted October 2, 2008 Share Posted October 2, 2008 Ama saluta la gente dona perdona ama ancora e saluta (nessuno saluta del condominio, ma neppure per via). Dai la mano aiuta comprendi dimentica e ricorda solo il bene. E del bene degli altri godi e fai godere. Godi del nulla che hai del poco che basta giorno per giorno: e pure quel poco - se necessario – dividi. E vai, vai leggero dietro al vento e il sole e canta. Vai di paese in paese e saluta saluta tutti il nero, l’olivastro e perfino il bianco. Canta il sogno del mondo: che tutti i paesi si contendano d’averti generato. David Maria TUROLDO. Sono affezionata a questa poesia. Mi fu regalata il giorno dell'esame di terza media da un'insegnante a cui ero molto legata. Pensate all'effetto che fa riceverla quando un ciclo si chiude e tu ti prepari a uscire e ad affrontare il mondo! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest liverpool Posted October 3, 2008 Share Posted October 3, 2008 Apeneck Sweeney spreads his knees Letting his arms hang down to laugh The zebra stripes along his jow Swelling to maculate giraffa. The circles of the stormy moon Slide westward toward the River Plate, Death and the Raven drift above And Sweeney guards the hornèd gate. Gloomy Orion and the Dog Are veiled; and hushen the shrunken seas; The person in the Spanish cape Tries to sit on Sweeney knees Slips and pulls the table colth Overturns a coffee-cup Reorganised upon the floor She yawns and draws a stocking up; The silent man in mocha brown Sprawls at the window-sill and gapes; The waiter brings in oranges Bananas figs and hothouse grapes; The silent vertebrate in brown Contracts and concentrate,withdrows; Rachel neé Rabinovitch Tears at the grapeswith murderous paws. She and the Lady in the cape Are suspect thought to be in league; Therefore the man with heavy eyes Declines the gambit, shows fatigue, Leaves the room and reappears Outside the window, leaning in, Branches of wistaria Circumscribe a golden grin: The host of someone indistinct Converses at the door apart, The nigthingales are singing near The Convent of the Sacred Heart, And sang whithin the bloody wood When Agamemnon cried aloud, And let the liquid siftings fall To stain the stiff dishonoured shroud. T.S. Eliot: Sweeney among the Nightingales Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Amarantos Posted October 3, 2008 Share Posted October 3, 2008 Paris di notte Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte Il primo per vederti tutto il viso Il secondo per vederti gli occhi L’ ultimo per vedere la tua bocca E tutto il buio per ricordarmi queste cose Mentre ti stringo fra le braccia. (Jacques Prèvert) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest liverpool Posted October 7, 2008 Share Posted October 7, 2008 Sono io l'attore. E' difficile per una donna sola recitare una commedia intera. Recitare la mia vita. Il mio monologo. Inseguo le mie mani senza raggiungerle mai. (Le mani sono fuori campo - anzi, dietro le quinte) L'unica azione scenica è correre, correre per stare al passo, senza riuscirci mai. All'improvviso smetto di correre (questo movimenta un po' la trama). Tengo discorsi, a centinaia, preghiere monologanti. Dico cose assurde del tipo: le uova non devono bisticciare con le pietre o tieniti il braccio rotto dentro la manica o io sto in piedi eretta ma la mia ombra è obliqua. E via discorrendo. BUUU! BUUU! Ma io imperterrita fino all'ultima battuta: "Chiè senza Dio è come un serpente che vuole ingoiare un elefante!" (SIPARIO) Il pubblico scappa subito via. E' stato un cattivo teatro. Questo perchè sono io l'unico attore e sono pochi gli esseri umani la cui vita detterebbe una commedia interessante. Siete d'accordo? Anne SextonLa commedia Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
parole_alate Posted October 7, 2008 Share Posted October 7, 2008 Dopo tante cupe meditazioni sulla morte e sulla vita vi propongo questa... Prendetela come un passatempo... E' la fede degli amanti come l'àraba fenice che vi sia ciascun lo dice dove sia, nessun lo sa. Se tu sai dove ha ricetto ove muore e torna in vita me l'addìta, e ti prometto dl serbar la fedeltà. Pietro METASTASIO Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
wb Posted October 7, 2008 Share Posted October 7, 2008 La nature est un temple où de vivants piliers Laissent parfois sortir de confuses paroles L'homme y passe à travers des forêts de symboles Qui l'observent avec des regards familiers. Comme de longs échos qui de loin se confondent Dans une ténébreuse et profonde unité, Vaste comme une nuit et comme la clarté, Les parfums, les couleurs et les sons se répondent. Il est des parfums frais comme de chairs d'enfants, Doux comme les hautbois, verts comme les prairies, —Et d'autres, corrompus, riches et triomphants, Ayant l'expansion des choses infinies, Comme l'ambre, le musc, le benjoin et l'encens, Qui chantent les transports de l'esprit et des sens. Baudelaire Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
nonsochisonoio Posted October 7, 2008 Share Posted October 7, 2008 Il più bello dei mari Il più bello dei mari è quello che non navigammo. Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto. I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti. E quello che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora detto. Nazim Hikmet Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
nevischio Posted October 7, 2008 Share Posted October 7, 2008 Le cose che ho imparato sulla vita Ho imparato che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà. E per questo, bisognerà che tu la perdoni. Ho imparato che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla. Ho imparato che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano. Ho imparato che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi. Ho imparato che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te. Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze. Ho imparato che la pazienza richiede molta pratica. Ho imparato che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo. Ho imparato che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti. Ho imparato che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso. Ho imparato che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse. Ho imparato che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso. Ho imparato che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari. Ho imparato che forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo. Ho imparato che quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi. Ho imparato che la miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta. Ho imparato che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi. Ho imparato che ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo. Ho imparato a non cercare le apparenze perché possono ingannare. Ho imparato a non cercare la salute perché anche quella può affievolirsi. Ho imparato a cercare qualcuno che mi faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia. Ho imparato a trovare quello che fa sorridere il mio cuore. Ho imparato che ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto, che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero! E tu: impara a sognare ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare. Impara che puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice. Impara a metterti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così. Impara che le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino. Impara che l'amore comincia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con un the. Impara che il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e tuoi dolori. E sappi una cosa: Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano. Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e quelli intorno a te a piangere. Paulo Coelho Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
parole_alate Posted October 7, 2008 Share Posted October 7, 2008 Paulo Coelho, ma dove? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
nevischio Posted October 7, 2008 Share Posted October 7, 2008 Paulo Coelho, ma dove? Sissignora! E se la cerchi la trovi anche sul web abbastanza facilmente! Comunque io ce l'ho su un libretto di poesie di autori vari intitolato "Parole di Pace" edizioni PIEMME Pocket anno 2002, 298 pagine. Seconda ristampa anno 2007. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
parole_alate Posted October 8, 2008 Share Posted October 8, 2008 No, no, capiamoci: il tono non era ironico o incredulo, volevo semplicemente sapere in quale dei suoi libri era scritto. Mi rendo conto rileggendolo che poteva essere frainteso, ma non era per nulla mia intenzione. Davvero. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
nevischio Posted October 8, 2008 Share Posted October 8, 2008 Figurati, non ti preoccupare! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
parole_alate Posted October 8, 2008 Share Posted October 8, 2008 Il sissignora però era forte. Comunque: Non chiedere, o Leuconoe (è illecito sapero) qual fine abbiano a te e a me assegnato gli dei, e non scrutare gli oroscopi babilonesi. Quant’è meglio accettare tutto ciò che sarà! Siano molti gli inverni assegnati da Giove, oppure sia l'ultimo quello che ora affatica il mare Tirreno contro gli scogli: sii saggia, filtra i vini, tronca lunghe speranze per la vita breve. Parliamo e intanto fugge l’astioso tempo. Afferra l’oggi, credi al domani quanto meno puoi. Quinto ORAZIO Flacco Questa piccola ode è per me fantastica. Non è la solita poesiola in latino che tiri fuori per farti bella nel circolo di amici colti. E' vera poesia: il significato che le dai cambia e cresce con te, e poi misurare i tuoi cambiamenti nei suoi. Sa trasformarsi, pur nella sua semplicità. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest liverpool Posted October 9, 2008 Share Posted October 9, 2008 Molte sono le cose tremende ma nulla è più tremendo dell'uomo, che valica il mare candido di schiuma, al soffio tempestoso del vento del Sud, fendendo il fragore delle onde, e travaglia al giro degli aratri, di anno in anno, la più eccelsa tra gli dei, la Terra eterna, infaticabile, e la rivolta con la stirpe dei cavalli. E serrandoli nei lacci delle reti, l'uomo con mente accorta, cattura la razza spensierata degli uccellli, e i popoli delle fiere selvagge e le creature marine; e con le sue astuzie domina gli animali selvaggi che vagano sui monti, e aggioga per il collo il cavallo crinito, il toro infaticabile, montano. E apprese la parola e il vento del pensiero e l'impulso al vivere civile e come fuggire i dardi a cielo aperto dal gelo inospitale, dai rovesci di pioggia, moltiplicando le sue risorse. Mai senza risorse affronta il futuro, e soltanto dall'Ade non avrà scampo; ma ha inventato rimedi a malattie inguaribili. Oltre ogni speranza signoreggia l'intelligenza che escogita risorse, e inclina ora al male, ora al bene: e si innalza nella città quando serba rispetto per le leggi e per la giustizia giurata nel nome degli dei. Ma è fuori dalla città chi frequenta il male per compiacere la sua audacia temeraria. Stia lontano dal mio focolare, stia lontano dalla mia amicizia, colui che agisce in questo modo! Sofocle Antigone (II coro) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
parole_alate Posted October 9, 2008 Share Posted October 9, 2008 Wow! Sembra che abbiamo scovato un classicista... bene, bene. CONGEDO DEL VIAGGIATORE CERIMONIOSO Amici, credo che sia meglio per me cominciare a tirar giù la valigia. Anche se non so bene l'ora d'arrivo, e neppure conosca quali stazioni precedano la mia, sicuri segni mi dicono, da quanto m'è giunto all'orecchio di questi luoghi, ch'io vi dovrò presto lasciare. Vogliatemi perdonare quel po' di disturbo che reco. Con voi sono stato lieto dalla partenza, e molto vi sono grato, credetemi per l'ottima compagnia. Ancora vorrei conversare a lungo con voi. Ma sia. Il luogo del trasferimento lo ignoro. Sento però che vi dovrò ricordare spesso, nella nuova sede, mentre il mio occhio già vede dal finestrino, oltre il fumo umido del nebbione che ci avvolge, rosso il disco della mia stazione. Chiedo congedo a voi senza potervi nascondere, lieve, una costernazione. Era così bello parlare insieme, seduti di fronte: così bello confondere i volti (fumare, scambiandoci le sigarette), e tutto quel raccontare di noi (quell'inventare facile, nel dire agli altri), fino a poter confessare quanto, anche messi alle strette mai avremmo osato un istante (per sbaglio) confidare. (Scusate. E una valigia pesante anche se non contiene gran che: tanto ch'io mi domando perché l'ho recata, e quale aiuto mi potrà dare poi, quando l'avrò con me. Ma pur la debbo portare, non fosse che per seguire l'uso. Lasciatemi, vi prego, passare. Ecco. Ora ch'essa è nel corridoio, mi sento più sciolto. Vogliate scusare.) Dicevo, ch'era bello stare insieme. Chiacchierare. Abbiamo avuto qualche diverbio, è naturale. Ci siamo - ed è normale anche questo – odiati su più d'un punto, e frenati soltanto per cortesia. Ma, cos'importa. Sia come sia, torno a dirvi, e di cuore, grazie per l'ottima compagnia. Congedo a lei, dottore, e alla sua faconda dottrina. Congedo a te, ragazzina smilza, e al tuo lieve afrore di ricreatorio e di prato sul volto, la cui tinta mite è sì lieve spinta. Congedo, o militare (o marinaio! In terra come in cielo ed in mare) alla pace e alla guerra. Ed anche a lei, sacerdote, congedo, che m'ha chiesto se io (scherzava!) ho avuto in dote di credere al vero Dio. Congedo alla sapienza e congedo all'amore. Congedo anche alla religione. Ormai sono a destinazione. Ora che più forte sento stridere il freno, vi lascio davvero, amici. Addio. Di questo, sono certo: io son giunto alla disperazione calma, senza sgomento. Scendo. Buon proseguimento. Giorgio CAPRONI PS: Scusate. Questa era un po' lunghina, ma così semplice e bella che non ho resistito alla tentazione di postarla. La prossima, comunque, sarà una vera chicca. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest liverpool Posted October 10, 2008 Share Posted October 10, 2008 Tu scrutando mi penetri Signore io mi levi o riposi tu lo sai Tu scorgi il mio pensiero di lontano T'insinui nel mio andare e nel mio stare L'intimo di ogni mia abitudine tu sei Appena un suono mi vibri in bocca Tutto il discorso mio é già da te inteso Tu da tergo m'incalzi mi combatti di fronte E la tua mano di sopra mi preme Oh conoscenza per me troppo arcana La cui altezza io non posso attingere! Smagliarmi dal tuo Soffio come potrei? Dove mai del tuo Volto mi spoglierei? Scalo il cielo e la tu già sei Mi calo tra i morti eccoti Piglio le ali dell'aurora Mi poso là dove confina il mare Anche laggiù mi tiene la tua mano E' la tua destra che mi racchiude Quando la tenebra mi morde dico Attorno a me tutto é fatto notte Ma non c'é tenebra che per te sia oscura Per te la notte splende come il giorno Oh mirabile fonte di prodigi Sii ringraziato! Che io m'imbeva di conoscenza Delle tue opere prodigiose Creatore dei miei reni! Tu eri nel ventre di mia madre E una tenda per me cucivi Non c'era del mio corpo Che si andava formando arcanamente Segmento che tu ignorassi Grumo informe mi videro i tuoi occhi E già nel Libro tuo ero tutto scritto Troppo é l'intrico dei tuoi pensieri Più fitti a noverare che la rena Irragiungibili le loro essenze Uscii dal sogno e ancora Sentivo che mi avvolgevi Uccidi gli empi Dio mio! Scioglimi dal loro abbraccio sanguinoso! Usano la tua parola per mentire Il tuo Nome per fare il male Non devo odiare chi odia te Signore? E avere orore dei tuoi nemici? Io li odierò di un odio assoluto Nemici anche miei saranno Sondami o Dio e penetra il mio cuore Scrutami fino in fondo nel pensiero Vedi se in me sia la distorta via Addirizzami tu all'eterna Via Salmo 139 (dalla Bibbia) nella traduzione di Guido Ceronetti. Sarei grato a chi volesse aggiungere un suo commento a questo salmo, che devo presentare in un corso su mistica e letteratura agli studenti della facoltà di Lettere della città in cui vivo. Si tratta di un componimento in grado di suscitare molti sentimenti e quindi spero di raccogliere dei validi commenti. Grazie. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
parole_alate Posted October 10, 2008 Share Posted October 10, 2008 Il lonfo Il lonfo non vaterca nè gluisce e molto raramente barigatta, ma quando soffia il bego a bisce bisce sdilenca un poco, e gnagio s'archipatta. E' frusco il lonfo! E' pieno di lupigna arrafferia malversa e sofolenta! Se cionfi ti sbiduglia e t'arrupigna se lugri ti botalla e ti criventa. Eppure il vecchio lonfo ammargelluto che bete e zugghia e fonca nei trombazzi fa lègica busìa, fa gisbuto; e quasi quasi in segno di sberdazzi gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto t'alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi. Fosco MARAINI Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Aramil Posted October 13, 2008 Share Posted October 13, 2008 来て見れば夕の桜実となりぬ (kite mireba yūbe no sakura mi to narinu) Tornando a vederli i fiori di ciliegio, la sera, son divenuti frutti. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
ladynoir23 Posted October 13, 2008 Share Posted October 13, 2008 ---questo amore--- Questo amore Questo amore Cosi violento Cosi fragile Cosi tenero Cosi disperato Questo amore Bello come il giorno E cattivo come il tempo Quando il tempo è cattivo Questo amore cosi vero Questo amore cosi bello Cosi felice Cosi gaio E cosi beffardo Tremante di paura come un bambino al buio E cosi sicuro di sé Come un uomo tranquillo nel cuore della notte Questo amore che impauriva gli altri Che li faceva parlare Che li faceva impallidire Questo amore spiato Perché noi lo spiavamo Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato Questo amore tutto intero Ancora cosi vivo E tutto soleggiato E tuo E mio E stato quel che è stato Questa cosa sempre nuova E che non è mai cambiata Vera come una pianta Tremante come un uccello Calda e viva come l'estate Noi possiamo tutti e due Andare e ritornare Noi possiamo dimenticare E quindi riaddormentarci Risvegliarci soffrire invecchiare Addormentarci ancora Sognare la morte Svegliarci sorridere e ridere E ringiovanire Il nostro amore è là Testardo come un asino Vivo come il desiderio Crudele come la memoria Sciocco come i rimpianti Tenero come il ricordo Freddo come il marmo Bello come il giorno Fragile come un bambino Ci guarda sorridendo E ci parla senza dir nulla E io tremante l'ascolto E grido Grido per te Grido per me Ti supplico Per te per me per tutti coloro che si amano E che si sono amati Sì io gli grido Per te per me e per tutti gli altri Che non conosco Fermati là Là dove sei Là dove sei stato altre volte Fermati Non muoverti Non andartene Noi che siamo amati Noi ti abbiamo dimenticato Tu non dimenticarci Non avevamo che te sulla terra Non lasciarci diventare gelidi Anche se molto lontano sempre E non importa dove Dacci un segno di vita Molto più tardi ai margini di un bosco Nella foresta della memoria Alzati subito Tendici la mano E salvaci. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
NatureLLe Posted October 13, 2008 Share Posted October 13, 2008 Francesco Petrarca, Sonetto Proemiale. (Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono) Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri ond'io nudriva 'l core in sul mio primo giovenile errore quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono, del vario stile in ch'io piango e ragiono fra le vane speranze e 'l van dolore, ove sia chi per prova intenda amore, spero trovar pietà, nonché perdono. Ma ben veggio or sì come al popol tutto favola fui gran tempo, onde sovente di me medesmo meco mi vergogno; e del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto, e 'l pentersi, e 'l conoscer chiaramente che quanto piace al mondo è breve sogno. Francesco Petrarca, La gola e 'l somno et l'otiose piume La gola e 'l somno et l'otïose piume ànno del mondo ogni vertú sbandita, ond'è dal corso suo quasi smarrita nostra natura vinta dal costume; et è sí spento ogni benigno lume del ciel, per cui s'informa humana vita, che per cosa mirabile s'addita chi vòl far d'Elicona nascer fiume. Qual vaghezza di lauro, qual di mirto? Povera et nuda vai philosophia, dice la turba al vil guadagno intesa. Pochi compagni avrai per l'altra via: tanto ti prego piú, gentile spirto, non lassar la magnanima tua impresa. Cheers! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
wb Posted October 13, 2008 Share Posted October 13, 2008 Il proemio di Petrarca mi piace molto Questa di Saffo è spettacolare Squassa Eros l'animo mio, come il vento sui monti che investe le querce Saffo Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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