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wb

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ciao

sono un ragazzo di 17 anni,

ho più o meno sempre saputo di essere gay ma mai veramente preoccupato, non ci davo importanza, credevo passasse.

L'estate scorsa invece ho avuto il mio primo rapporto , quasi per caso, con un inglese di almeno 15 anni più grande.

Da quel momento ho iniziato ad accettare il mio essere anche se ne genitori ne amici lo sanno, forse perchè provo ancora attrazione per le ragazze, mi sono anche innamorato di una ragazza e se facessi coming out ho paura che sarei bollato solo per gay, e quindi senza poter avere l'assoluta certezza di essere omo e non bisex.

 

un saluto a tutti 

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mae govannen!!! :rotfl: :rotfl:

 

 

riguardo te stesso tranquillizzati,capisci chi sei e una volta compreso,non temere di definirti ciò che sei...non è giusto e rispettoso per la tua vita e per chi la vive come te... :sisi::lol:

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Guest liverpool

[quote author=wb link=topic=14084.msg285513#msg285513 date=12222376 e se facessi coming out ho paura che sarei bollato solo per gay, e quindi senza poter avere l'assoluta certezza di essere omo e non bisex.

 

un saluto a tutti 

 

Capisco le esitazioni di un ragazzo di 17 anni...ma al di là dei timori personali mi colpisce quel "bollato come omo". Vorrei che qualcuno mi charisse le idee (Wolf ad esempio...):  essere omosessuali é semplicemente un orientamento della propria sessualità; o é una caratteristica così essenziale da segnare l'esistenza?

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Benvenuto Wb!

Come ha scritto Celtic, intanto sta calmo  :sisi: e cerca di capire (anche se sappiamo tutti che non è facile) di capire meglio chi sei e cosa cerchi; poi valuterai il da farsi.

Ma non caricarti di preoccupazioni prima del tempo :-)

 

Vorrei che qualcuno mi charisse le idee (Wolf ad esempio...):  essere omosessuali é semplicemente un orientamento della propria sessualità; o é una caratteristica così essenziale da segnare l'esistenza?

 

:rotfl:

A dir la verità io le idee penso di confonderle, specialmente a me stesso  :rotfl:

Però ti ringrazio per la stima, magari cerco di pensare a qualcosa di intelligente poi rispondo :-)

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vivi la tua vita senza preoccupartii troppo delle etichette.. etero, gay, bisex, trans, passivo , attivo, versatile.....sono solo generalizazioni e schemi che ci servono solo al fine di ''tranquillizzarci''. alla razza umana piacciono talmente tanto gli schemi.

comunque.. benvenuto!

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[quote author=wb link=topic=14084.msg285513#msg285513 date=12222376 e se facessi coming out ho paura che sarei bollato solo per gay, e quindi senza poter avere l'assoluta certezza di essere omo e non bisex.

 

un saluto a tutti 

 

Capisco le esitazioni di un ragazzo di 17 anni...ma al di là dei timori personali mi colpisce quel "bollato come omo". Vorrei che qualcuno mi charisse le idee (Wolf ad esempio...):  essere omosessuali é semplicemente un orientamento della propria sessualità; o é una caratteristica così essenziale da segnare l'esistenza?

 

E' una domanda secondo me tutt'altro che banale. Sulla quale ho riflettuto più di una volta, senza essere mai arrivato a una conclusione che mi abbia convinto del tutto. Solitamente comunque la considero una componente essenziale della MIA esistenza. Un qualcosa che mi qualifica e definisce come essere umano, insomma, qualcosa che va oltre il colore dei capelli o il numero di scarpe, ma bensì qualcosa che inevitabilmente arriva a definire il mio modo di essere.

 

La prima volta che mi sono fatto questa domanda fu leggendo Dante. Dante fondamentalmente separa il peccato dai peccatori quando parla di omessualità. Beh.. che sia vizio o virtù, a me sembra che comunque non sia una cosa separabile, un po' rozzamente, come fece Dante.

 

P.s: Ho dimenticato la parte più importante. Benvenuto :rotfl:

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Capisco le esitazioni di un ragazzo di 17 anni...ma al di là dei timori personali mi colpisce quel "bollato come omo". Vorrei che qualcuno mi charisse le idee (Wolf ad esempio...):  essere omosessuali é semplicemente un orientamento della propria sessualità; o é una caratteristica così essenziale da segnare l'esistenza?

 

Io credo che wb intendesse dire che facendo CO ora, sapendo che forse (o probabilmente?) gli piacciono anche le ragazze, potrebbe essere "bollato come omo" invece che come bisex, precludendosi qualsiasi rapporto col gentil sesso :rotfl:

 

 

Cmq benvenuto :rotfl:

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Guest liverpool

Io credo che wb intendesse dire che facendo CO ora, sapendo che forse (o probabilmente?) gli piacciono anche le ragazze, potrebbe essere "bollato come omo" invece che come bisex, precludendosi qualsiasi rapporto col gentil sesso :rotfl:

 

 

Cmq benvenuto :rotfl:

 

 

Uhm...Nel mondo etero femminile gli omo risultano molto intriganti. Comunque rilancio la mia domanda. E' possibile che nessuno risponda? Dove sono, oltre a Wolf, Nulla, Coeranos, Albi, Thelema, TooLate tanto per dirne alcuni?

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Io credo che wb intendesse dire che facendo CO ora, sapendo che forse (o probabilmente?) gli piacciono anche le ragazze, potrebbe essere "bollato come omo" invece che come bisex, precludendosi qualsiasi rapporto col gentil sesso :rotfl:

 

 

Cmq benvenuto :rotfl:

 

esatto, sono ancora in un periodo di confusione e pur avendo il desiderio di parlarne con degli amici ho paura che se mi trovo in una situazione in cui mi piace una ragazza posso incontrare delle difficoltà dovute alla mia reputazione di gay.

E' un po' complicato ma per adesso non mi faccio problemi e vado avanti come capita

 

grazie a tutti per il benvenuto

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no, non è una cosa che riguarda esclusivamente la sessualità, anche perchè nella nostra mente non ci sono compartimenti stagni, per cui qualcosa che riguarda l'affettività ha importanza anche su ciò che non è direttamente connesso...

 

benvenuto wb

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Guest leduetorri91

Innanzitutto, benvenuto wb!!!  :D Siamo coetanei, vedo.... :rotfl:  Anche se io sono decisamente più povero di esperienze... :sisi:

Mi accodo a tutti gli altri nel dire di dare tempo al tempo, prima o poi capirai cosa cerchi, anche se intanto hai già qualche indizio.... :P

 

Per rispondere a liverpool con il mio umilissimo parere :rotfl: , anche se non sono stato interpellato, penso che il più delle volte l'essere restii a dichiararsi omosessuali sia legato alla paura (fondata...) che il pregiudizio degli altri sia inestirpabile...purtroppo non tutti siamo sempre disponibili ad accettare i cambiamenti altrui, comprensibilissimi e umani, perchè la mente umana salta sempre troppo facilmente alle conclusioni e alle generalizzazioni.... :lol:  Quindi, immagino che il punto della questione non sia tanto se l'omosessualità ti segna l'esistenza (anche se secondo me è in parte così...), ma più che altro se il giudizio degli altri sulla tua omosessualità ti segni l'esistenza.... :P

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Guest liverpool

Grazie LedueTorri per il tuo bell'intervento! Non è che non ti ho interpellato: ho solo nominato quelli che conosco di più, ma l'invito a dire la propria era rivolto a tutti.  :rotfl:

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Mi trovo d'accordo sia con Coeranos che con il sempre valido compatriota Bolognese..

Non dirò nulla di nuovo, ma anche secondo me l'omosessualità travalica il semplice "orientamento" ed è qualcosa che condiziona l'esistenza; sia per via del fatto che condiziona in maniera "diretta" le azioni di chi è coinvolto, sia in maniera indiretta tramite quelle che sono le convenzioni sociali e, come ha detto LeDueTorri, tramite il peso che si da al giudizio/pregiudizio altrui al riguardo dell'omosessualità stessa..del resto siamo mosche in una rete di relazioni, e ciò che siamo va a condizionare il rapporto con gli altri, e viceversa, penso :-)

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dal tuo topic sembra che tu non sia perfettamente sicuro di quello che cerchi e hai paura di ritrovarti etichettato come qualcosa che non sei (perchè non lo senti)... guarda, come gia altri hanno detto, continua x la tua strada, magari alcuni sentimenti prevarranno su altri o si equivarranno, qui solo il tempo può aiutare... nel mentre benvenuto! vedrai che qui chiarirai qualche dubbio...  :rotfl:

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Guest liverpool

Mi trovo d'accordo sia con Coeranos che con il sempre valido compatriota Bolognese..

Non dirò nulla di nuovo, ma anche secondo me l'omosessualità travalica il semplice "orientamento" ed è qualcosa che condiziona l'esistenza; sia per via del fatto che condiziona in maniera "diretta" le azioni di chi è coinvolto, sia in maniera indiretta tramite quelle che sono le convenzioni sociali e, come ha detto LeDueTorri, tramite il peso che si da al giudizio/pregiudizio altrui al riguardo dell'omosessualità stessa..del resto siamo mosche in una rete di relazioni, e ciò che siamo va a condizionare il rapporto con gli altri, e viceversa, penso :-)

 

Finalmente si leggono delle cose interessanti! La mia domanda nasce da un cruccio che mi ha accompagnato fin qui, fino all'incontro con i ragazzi di questo forum e la disinvoltura con cui si raccontano: essere omosessuali è un modo di essere tra i tanti o è una condanna? E' prevalentemente nel secondo senso che io ho vissuto questa mia caratteristica, visto che poi quand'ero ragazzo i coming out se li potevano permetere solo chi, come un mio buon amico, erano intelligenti ben sopra la media, spregiudicati quanto bastava e soprattutto ricchi, molto ricchi. Per il resto noi gay eravamo abitanti di un sottobosco e ci incontravamo esclusivamente nei luoghi del battuage. Di giorno se ci vedevamo facevamo finta di non conoscerci. Io ho sempre pensato che dire chi si è sia altamente terapeutico, rafforza l'autostima, indipendentemente dal giudizio altrui. Ma paradossalmente se uno può tranquillamente dire ciò che pensa in materia di politica, di religione, di società e di cultura -ambiti in cui si sviluppa ed esprime la persona umana- quando si tocca la sessualità -altra importantissima modalità espressiva- scatta il "non mi importa ciò che sei, basta che non me lo dici". A me è capitata una cosa curiosissima. Verso i 17/18 anni uscivo molto spesso con il mio migliore amico dell'epoca (non che non siamo più amici, ma ora lui vive negli states). Una sera,dopo aver messo gli occhi sul suo vissuto paio di jeans, gli dissi scherzando, ma non troppo: "se me li dai ti faccio un *******. Mi disse immediatamente di sì. Iniziò così la nostra storia fatta di scorribande, feste, cinema e...tanto sesso. Finchè un giorno mi disse: "ma tu mica sei gay?" "Naaa" -nicchiai con tanta voglia però di rispondergli affermativamente. "Ah, meglio così, perchè sai io non lo sono. Mi piace solo fare del sesso e basta". Eravamo alla fine degli anni '70 e a distanza di trent'anni mi chiedo ancora come mai Filippo, un gran bel ragazzo, non ingranasse con le donne e vivesse praticamente in simbiosi con me. So per certo che per lui ero l'unico, mentre lui per me, beh, non proprio. Infatti, visto che non si decideva ad uscire allo scoperto, sentivo il bisogno di vivere delle storie che non fossero solo di sesso. Ora Filippo è sposato ed è padre di due bei ragazzi. E' felice con la sua famiglia. In terza liceo, all'ultimo anno quindi, in classe mia succedevano strane cose. Noi maschietti snobbavamo apertamente le ragazze e ci dedicavamo concordi e lieti a pratiche decisamente omoerotiche tra noi. Erano effusioni che non andavano al di là di carezze -peraltro molto intime- baci alla francese ed altre tenerezze. Tanto che alla cena di fine anno ci furono pianti e lamenti dinnanzi alla drammatica prospettiva di non più vederci l'anno seguente. So di sicuro che se mi fossi confidato con qualcuno, la confraternita mi avrebbe escluso e bollato come "finocchio". Potevo fare il finocchio, ma non dichiararmi tale: questa la condizione per poter vivere più o meno felicemente la mia affettività. Fu così che il mio primo coming out lo feci dallo psicanalista.

Quando leggo che qualcuno su questo forum dice che altra cosa è il sesso, altra l'amore; che il primo lo si fa con i maschi e il secondo lo si prova verso le femmine o viceversa, a me vengono i brividi. Ho impostato tutta la mia esistenza su questa drastica divisione dei campi affettivi ed erotici, sentendomi però diviso in me stesso e praticamente condannato a provare amore per gli etero e a fare sesso con i gay. Un disastro.

Nella chiesa che servo come prete le cose non sono poi tanto diverse. E' di fondamentale importanza il non dire chi si è ed è proprio su questa dinamica della dissimulazione che si regge tutto l'impianto, almeno per quanto riguarda lo spinosissimo problema della castità.  :rotfl:  Ricordo l'imbarazzo del mio professore di morale quando doveva spiegare il pensiero del magistero in materia di omosessualità ad una platea incuriosità e per buona parte interessata in prima persona all'argomento. Fu velocissimo e non ci fu agli esami nessuna domanda che riguardasse quel tema. Capite ora perchè il buon Ratzinger abbia volutoildocumento in cui si ribadisce (si ribadisce???) con fermezza che i gay e gli alcolizzati "no pasaran", non avranno posti a sedere in prima fila nel teatro della chiesa. Eppure...noi gay abbiamo fatto la storia! Se non sbaglio ce n'era uno che si arrampicava sul tetto della Sistina per dipingervi la creazione tanto per fare un esempio.

Beh in conclusione voglio dare il mio benvenuto a wb dedicandogli queste riflessioni. Spero tanto che tu chiarisca a te stesso chi sei e cosa vuoi essere senza lasciarti intimorire e lasciando ai condizionamenti esterni il tempo che trovano. In fondo la posta in gioco è la tua felicità.        :rotfl:

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