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Coming out, ma da cosa? Possibile che non sappiano? Lunga riflessione :D


ScarletSpider

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ScarletSpider

Ciao a tutti.

L'intervento è abbastanza lungo, se per voi è noioso dall'inizio non vi chiedo di andare avanti. Ma per qualcun altro potrebbe essere interessante ed è a loro che mi rivolgo  ;)

Stavo riflettendo su qualcosa in questi giorni, strettamente legato al Coming Out. Ma la questione chiara e semplice preferisco lasciarla per ultima se vi va di seguirmi in questo ragionamento. Oramai sono due anni che frequento anche ragazzi, quindi ho avuto parecchio tempo per pensare. Ma solo nell'ultima settimana ho riflettuto su qualcosa che ho sempre dato per scontato, ovvero che la mia famiglia non sappia nulla.

La situazione può essere soggettiva ma credo che alcuni si possano rispecchiare nella situazione che sto per proporre.

Premessa:

Come ho detto nella mia presentazione sono stato cresciuto come testimone di Geova. Mi è sempre stato insegnato ad aborrire ciò che è malvagio, e ad odiare chi pratica "l'immoralità", parola che indica non solo i rapporti sessuali extraconiugali ma comprende anche l'omosessualità (i testimoni hanno libri con illustrazioni esplicative per rimarcare gli stili di vita sbagliati, con tanto di due uomini vestiti come i village people e dotati di baffoni anni 70 che ballano avvinghiati!  :asd:). Ragion per cui non mi sono mai sognato di pensare di essere omosessuale (o bisessuale o quello che volete) e di poter essere distrutto quando Dio, come dicono loro, verrà a spazzare via la malvagità, non mi sono mai rispecchiato nei malvagi, io mi comportavo bene. Ma... c'è un ma.

 

Sin da piccolo sono sempre stato un bambino sensibile e quando ero piccolo adoravo giocare con le bambine e con le barbie. Per me non era niente di strano, ognuno sceglie i giochi e le compagnie che preferisce, mi dicevo. Tra l'altro i piccoli dei testimoni possono frequentare (al di la della scuola) solo altri piccoli testimoni per non essere influenzati dallo spirito del mondo  :gh: essendoci pochi bambini nella congregazione frequentata dalla mia famiglia spesso passavo il tempo con le bambine, imparando i loro giochi.

 

Mi accorgevo comunque che quando giocavo con le bambole mio padre mi trattava come se facessi qualcosa di sbagliato, e non ne capivo il motivo, per me era semplicemente giocare, e non era un gioco violento o competitivo, come mi era stato vietato di fare.

Le barbie che le bambine mi regalavano venivano relegate in armadi alti o nascoste in cassetti, e quando chiedevo un vestito per le mie povere barbie regalate nude non c'era mai verso di convincere mia mamma a comprarmelo. Le case per le barbie che costruivo in segreto con imballaggi di polistirolo venivano prontamente smantellate da mio padre appena scoperte, e dovevo gettarle nella spazzatura con le mie mani.

 

Inoltre essendo i testimoni di Geova contrari alla violenza (solo quella fisica, per chi li conoscesse capirà di cosa parlo) le pistole giocattolo, addirittura gli spruzzini  :asd:, erano banditi dai miei giochi. Per non parlare del fatto che non potevo nemmeno praticare giochi o sport che promuovessero la competizione (praticamente qualsiasi sport, i TDG all'epoca erano più rigidi di adesso) suppongo che sia stato così che ho imparato ad amare la lettura :D

 

A casa a volte quando ero piccolo e non avevo niente da fare giocavo con le parrucche degli anni sessanta di mia madre e a volte usavo anche i suoi trucchi. Un paio di volte mi sono beccato qualche ceffone perché dimenticavo di togliere il rossetto o il rimmel uscendo da interminabili sedute di trucco in bagno.

 

Quando ero piccolo non ero un bambino passivo (nel senso umano del termine chiaramente) ragionavo e non mi piaceva farmi mettere i piedi in testa dagli altri, quando venivo preso di mira e picchiato per la mia diversità mi difendevo. Fino al giorno in cui mio padre non vide dei bambini fuori da scuola che mi picchiavano e io che cercavo di difendermi scalciando mentre mi tenevano fermo per le braccia e tiravano pugni nello stomaco. Si disse profondamente deluso da me, poiché Cristo avrebbe porto l'altra guancia. Credo che li sia caduto l'ultimo filo di autostima che mi appendeva alla realtà.

 

Divento un bambino introverso e poco socievole. Non ho più comportamenti strani per anni, vivo la mia infanzia da figlio modello, da bambino che tutti i genitori testimoni di Geova avrebbero potuto desiderare. Da bambino passivo e svogliato però se si guarda l'altro lato della medaglia. Come un gatto castrato, che perde tutta quell'agilità e quel carattere tipico dei felini, e diventa una morbida palla di pelo e ciccia da accarezzare. Ovvero quello che vuole il padrone, e non quello che probabilmente avrebbe voluto il gatto.

 

Fino a quel momento della mia infanzia, tutte le volte che venivo epitetato come "gay" o sinonimi vari che non starò a ripetere perché do per scontato che tutti noi li conosciamo bene, mi arrabbiavo tantissimo e mi difendevo come potevo (chiaramente non potendo dire parolacce per non recare biasimo sul nome di Geova... quindi la situazione diventava ancora più gaya  :gh: tipo: bambini: FINOCCHIO! io: Malvagi!  :asd:)

 

Nella mia mente di bambino innocente non avevo veramente mai preso in considerazione la possibilità di essere diverso per un motivo che non fosse la religione, d'altra parte mi insegnavano che DOVEVO essere diverso dalle "persone del mondo" (come chiamano i non testimoni) ma probabilmente ero un bambino un po' effeminato e questo era più evidente agli altri che a me. Soprattutto perché io ero convinto di volere sposare una ragazza bionda come la Carrà (dio mio ero già un bambino donnissimo ora che ci ripenso  :asd:) e fare dei bambini. Forse per gemmazione visto che non sapevo nulla di sesso :D

 

Arriva l'adolescenza e viene il momento in cui gli altri iniziano ad avere la ragazza. Mi devasto guardando le ragazze di Maurizia Paradiso su nonricordonemmenocheretefosse (viva l'aprica! si mangia si beve si lecca la neve!  :lol:) e provo curiosità verso il sesso femminile. Passati quei cinque minuti vedo una pubblicità in cui c'è un ragazzo moro, mediterraneo e bello come il sole, che gioca a tennis con un altro uomo, e l'inquadratura fa vedere che si dirigono verso le docce e poi fa vedere il ragazzo, dal torso in su, sotto la doccia. Rimango fulminato. Immagino di essere il cameraman, spero che gli cada la telecamera per godermi tutto lo spettacolo, la curiosità di vedere un altro maschio che non sia io, cosa mai vista prima. Inizio a cercare, fra i canali la sera tardi, le scene in cui in mezzo a mille donne nude si intravere un omino quando fanno vedere il preview dei film. Mi eccito anche con uomini di mezza età semi calvi con i capelli lunghi, gli occhiali spessi e tanto di pancetta dei preview dei vecchi film degli anni settanta.

 

La mia curiosità cresce. Ma non so ancora nulla di sesso, non ho mai visto due uomini baciarsi, e in casa nostra chiaramente gli omosessuali non sono i benvenuti, quindi non ho modo di capire cosa sia quella realtà ancora sconosciuta.

 

A scuola nonostante sia molto introverso e non leghi praticamente con nessuno, continuano a chiamarmi gay. E non riesco a capire perché mi porto questo epiteto attaccato come se fosse scritto sulla mia fronte, evidente a tutti fuorché a me. A quattordici anni, con benedizione e larghi sorrisi dei miei genitori e di tutta la comunità che mi vede come una giovane promessa, vengo battezzato come testimone di Geova. Questo implicail fatto che hai scelto la loro religione come "Verità", e non potrai mai uscirne se non con le ossa (dell'anima) veramente rotte, ricevendo l'ostracismo totale.

 

Piccola parentesi. Fino ai quattordici anni non avevo nemmeno scoperto la masturbazione. L'isolamento totale e la mia ingenuità erano stati ben utili a quanto pare, se quello era lo scopo.

 

Gli anni passano e il bersaglio mi rimane attaccato alla schiena pur essendo esteriormente un ragazzino normalissimo tutti si accorgono della mia diversità, che mi pesa, ma che continuo ad imputare alla mia appartenenza religiosa.

 

Non conosco ragazze dalle quali mi sento attratto e il fatto di essere introverso e con un forte senso di inferiorità non giova alla mia vita sociale. Meglio così mi dico. Mi tengo separato dal mondo, come dice Geova.

Studio, alle superiori, in una scuola praticamente a totalità maschile materie per le quali provo non provo il benché minimo interesse, la mia crisi spirituale non aiuta, vengo preso di mira sia per la religione che per il mio, fino ad allora presunto, orientamento sessuale.

 

Passano le superiori e decido di cambiare ramo di studi, cambio città e vado all'università, eccello nelle materie umanistiche e vengo guardato e addirittura conteso dalle ragazze. Non ci credo! Sono diventato "normale"? Mi ritrovo a passare tutti i giorni con una compagna molto carina ed intelligente, siamo praticamente insieme, ma non si combina niente. Perché? Perché nonostante i suoi continui inviti ad una maggiore intimità e la mia voglia di scoperta non posso tradire così i miei princìpi, visto che dopo la mia crisi religiosa dettata dalla razionalità e non dagli istinti non vorrei che i miei genitori si dimenticassero che sto agendo con integrità e maturità e non sto cercando di uscire per essere libero nei miei costumi sessuali. Ma questa ragazza ha un grande difetto (no, non stavo per dire le ovaie  :gh:) non è una testimone. Le spezzo il cuore conoscendo una bellissima ragazza bionda, testimone di Geova, e mettendomici insieme per mimare quello che fanno tutti gli altri, la famiglia cuore in giacca e cravatta e gonna lunga per lei.

 

Vedo che sto facendo quello che gli altri si aspettano da me, quello che fanno tutti, e finalmente mi guardano come se fossi una persona normale. Ma dentro so di non essere al posto giusto!

 

Mi accorgo di essere incastrato in una vita non mia, sento il fischio di Pirandello nelle orecchie, vedo la mia vita scorrere come osservatore passivo e non ce la faccio più. E' tutto già deciso, e niente è come lo vorrei. Decido di togliermi la vita. Ma forse non sono abbastanza risoluto, o forse sono abbastanza fortunato da essere interrotto a metà da qualcuno che viene a trovarmi a casa. Come avrete capito dal fatto che sono ancora qui  :asd:.

 

In breve cerco di cambiare tutto: ci lasciamo con la bionda, io ho 22 anni e sono ancora vergine, non credo in quello che faccio, ho interrotto l'università per cause di forza maggiore e torno a casa dai miei con delle cicatrici sul corpo e sull'anima. Loro si dicono pronti al dialogo e alla comprensione, mai parole furono meno adatte.

Intanto inizio la cura con uno psichiatra affiliato ai testimoni in qualche modo. Il mio male di vivere non si cura con lo Zoloft perché è dettato dalla ragione, non dalla chimica. Mi fa ingrassare, come il gatto castrato di prima, ma non mi fa sentire felice, come avrei voluto.

 

Interrompo bruscamente la cura e decido di prendere la mia vita in mano.

 

Smetto di frequentare le adunanze dei testimoni, ci sono accesi scontri con la mia famiglia, me ne vado per un periodo in Spagna e vorrei restare li fregandomene dei giudizi degli altri, ma dopo  un po' l'amore che ho per la mia famiglia mi riporta indietro, indietro ai giudizi ed alla sofferenza.

 

In quel periodo faccio per la prima volta l'amore con una ragazza. Com'è stato... Eccitante, e faticoso. A tratti un po' noioso. Niente che mi faccia pensare ai racconti epici delle avventure amorose dei miei amici, mi chiedo se c'è qualcosa che non va. No, probabilmente non era la ragazza giusta!

Mi vedo voltare le spalle dai miei genitori. Mi perdo dentro alle droghe, per pochi momenti quando le assumo le preoccupazioni non ci sono più, mi sento onnipotente, mi sento in pace col mondo e un'incredibile energia e voglia di fare. Ma saggiamente decido di smettere quando inizio a diventarne schiavo.

 

Perdo uno dei miei genitori. La botta è tremenda. Mi manca sempre più il pavimento sotto i piedi, che pian piano cercavo di costruirmi. Proprio allora, dopo qualche mese e l'ulteriore esperienza con un'altra "donna sbagliata" una mia amica viene a trovarmi e rimaniamo accidentalmente a casa da soli, cosa fermamente sconsigliata (vedi vietata) ai testimoni di Geova. C'è della carica sessuale nell'aria, ma non volevo coinvolgerla nel mio limbo. Qualche giorno dopo riparlandone lei mi confessa che crede che non sia successo nulla perché pensa che io sia gay.

 

La sensazione è quella di quando dopo essere stato malato per giorni, qualcuno ti sveglia la mattina tardi spalanca le tende ed il sole entra nei tuoi occhi con tutta la sua violenza.

 

Non le dico niente ma le sue parole mi rimbalzano nella mente come le linee dei vecchi screensaver di windows. Conosco un ex testimone di Geova gay e parliamo. Lui mi dice quello che oramai mi aspetto.

 

Mi iscrivo su di un sito di incontri gay e spero di trovare l'amore. La prima volta non trovo esattamente l'amore, ma una persona che dopo un mezzo rapporto orale sparisce come un'ombra. Rimango delusissimo da quella prima mezza esperienza perché ci eravamo sentiti quasi un mese e mezzo su messenger prima di decidere di incontrarci. Nonostante questo ho finalmente l'impressione di stare facendo qualcosa che mi piace veramente.

 

Poi una sera in discoteca vedo lui, alto, magro, bellissimo, con i suoi capelli biondi, per mano ad un ragazzo con i capelli neri altrettanto bello, mi sembrano la coppia perfetta e io vorrei essere il suo ragazzo.

 

I due sono insieme solo per quella sera e qualche giorno dopo il mio sogno si avvererà. Andiamo in vacanza insieme. Facciamo l'amore, facciamo tutto quello che si possa sperare di fare, ed è bellissimo. Era come respirare per la prima volta dopo una vita che si è vissuti sott'acqua.

Purtroppo sparisce anche lui. Io mi trasferisco. Dopo un anno ci risentiamo e ci frequentiamo tutte le settimane per fare l'amore. Ma non permetto più a nessuno di giocare con i miei sentimenti.

 

In questo periodo raggiungo il massimo della mia checcaggine :D la mia personalità diventa molto più estroversa e i miei capelli lunghi e lo sguardo da ragazza fanno il resto. Riprenderò una parvenza un po' più mascolina dopo qualche mese dall'eccitazione iniziale.

 

I miei mi guardano come Baresi che sbaglia il rigore ai mondiali ma non un accenno alla mia vita, sono un'ombra in casa.

 

Ora sono molto più equilibrato e vivo molto distante dalla mia famiglia, che sento per telefono.

 

Se ammettessi di essere omosessuale, o qualsiasi altra cosa che reputino un peccato, sarebbero costretti dalla propria coscienza a denunciarmi al loro tribunale interno e semi-segreto che mi espellerebbe, quindi sarebbero costretti (non solo la mia famiglia ma anche tutto il mondo in cui sono cresciuto per vent'anni visto che mi era impedito frequentare non testimoni) ad ignorarmi, senza nemmeno salutarmi quando passo per la strada, questo, dicono loro, come segno di amore per farmi capire che ho sbagliato.

 

Ma sono io che ho sbagliato?

 

La mia domanda quindi è questa:

 

IN QUESTA SITUAZIONE UN COMING OUT CHE SENSO HA?

Può un genitore che vede il suo bambino nascere e crescere così continuare a cercare di cavare sangue dalle rape? non sarebbe molto più bello cercare di aiutare il proprio figlio ad essere felice piuttosto di condannarlo ad un inferno del genere?

Tante volte vorrei parlarne serenamente con i miei senza dover stare a pesare tutte le parole che dico, senza dover stare a tagliare ed incollare i pezzi di cose che posso raccontare, le persone, le emozioni.

 

Ma non starei dicendo qualcosa che probabilmente era loro ben chiaro sin da quando ero piccolo? Qualcosa che in parte hanno cercato di cambiare e in parte di non vedere?

 

Mio fratello d'altra parte non lesina le battute sulla mia sessualità, pur non chiedendo spiegazioni certe per non dovermi denunciare.

 

Non sono io a questo punto che dovrei fare un coming out su qualcosa che spesso è evidente alla prima occhiata (pur essendo un ragazzo un po' sopra le righe ma comunque abbastanza normale molti sospettano anche se non sono dichiarato) o dovrebbero essere loro a fare un coming out e dire, caro ScarletSpider, scusaci ma abbiamo cercato di velare le tue tendenze fin troppo evidenti da piccolo e ti abbiamo fatto battezzare pensando potesse per te essere una protezione dalla dissolutezza ma non è servito e ora va e vola felice, non subirai il nostro ostracismo se vieni espulso?

 

Ok, ho scritto un'infinità, non chiedo a tutti di leggere, ma chi ne ha voglia e lo fa mi fa ben contento, soprattutto se scambiamo due opinioni ed esperienze.

 

So di avere un'età in cui molti hanno già dieci anni di esperienza sentimentale alle spalle, ma io sono ancora un bambino su tante cose e ho voglia di confronto.

 

Un saluto a tutti voi!  :asd:

 

SS

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Una storia sconvolgente, anche se pienissima di "normalità", un cumulo della più sfortunata normalità: repressione e oscurantismo di matrice religiosa, bullismo e stigmatizzazione che peggiorano la situazione, esperienze fallimentari che si accumulano nel momento in cui si tenta finalmente di vivere...

 

Purtroppo temo che non ci sia una risposta, la risposta è semmai nel tuo bisogno di confidarti coi tuoi familiari: un bisogno che mi pare tu tenda a sminuire. L'inferno in cui sei cresciuto, mi pare di capire che non lo hai mai messo alla berlina coi diretti interessati, non gli hai mai vomitato addosso tutto il naturale rancore che dovresti avere... rivelarsi e dire il fatto loro a chi merita, forse avrebbe senso già solo come sfogo anche se tu ora non avessi più alcun rapporto con i tuoi familiari, ma senza dubbio lo ha nel momento in cui i rapporti continuano con questa sorta di omertà reciproca.

 

Probabilmente le tue remore derivano da quelle speranze di venire "accettato-tollerato", per così dire, almeno dai tuoi cari... e che tu stesso sicuramente intuisci che è un'eventualità molto remota, viste le premesse fin troppo chiare. E al posto di affrontarle, hai scritto tutta la tua storia in questo topic... Il tempo che hai impiegato a scriverla, è la misura del peso e dell'importanza che ha la condivisione della verità che ti riguarda.

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ScarletSpider

Ciao Ganimede grazie del commento, la storia che ho postato in realtà è un riassunto :asd: scrivo spesso per sfogarmi, mi libera la mente dai pensieri.

 

Ho un solo genitore con cui tirare le somme, e anche se a me probabilmente farebbe bene parlarne non so quanto farei bene agli altri, io oramai mi sono tagliato fuori da quella vita da solo.

 

Ma già una volta i miei genitori scrissero una lettera alla sede centrale per disconoscere le mie azioni e prendere le distanze, dicendo che ero l'unico figlio con uno spirito ribelle. A mia insaputa.

 

Ho seppellito quel tradimento nel mio cuore una volta ma non so se ne reggerei una seconda. Ci ho messo tre anni a costruirmi un minimo dell'autostima necessaria per stare al mondo e non voglio metterli in una posizione difficile, proprio perché so quanto sia difficile.

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Ti6 tirato fuori da quel modo ed hai fatto un grande passo avanti. La tua vita mi pare di capire è iniziata, finalmente, anche se in ritardo... Tu in sostanza chiedi se ha senso fare CO visto che a te non cambierebbe nulla ma cambierebbe per i tuoi famigliari. Anzituttto vorrei premettere: i legami di sangue sono indiscutibili, ma un legame di sangue non implica un legame affettivo. Dal tuo racconto mi pare più che evidente che la tua famiglia non si è meritata il tuo amore, ma proprio per niente. CO o non CO il loro rifiuto c'è già stato nel momento in cui ti hanno trattato in quella maniera, dunque per rispondere alla tua domanda: NO non ha senso.

o meglio un senso lo avrebbe anche ma sarebbe più un tuo sfogo che altro...Anche perchè dubito fortemente in un risvolto miracoloso in seguito ad esso...

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ciao! la tua storia è incredibile...davvero...una mia amica mi aveva raccontato che fra i testimoni di geova esistono delle regole rigidissime...ma non credevo fino a questo punto...quello che racconti è follia pura...non mi permetterei mai di screditare la tua religione ma trovo che tutto il tuo malessere e le tue paure derivino proprio da quest'educazione a dir poco sconvolgente...

prima cosa tu non sei assolutamente nel torto....sei un ragazzo normalissimo che ha capito di essere omosessuale...i tuoi genitori a mio parere si sono comportati molto male,anche se mi rendo conto che nella loro mentalità hanno pensato di fare il tuo bene  :asd: ...

io la penso esattamente come FFfan87...un coming out non servirebbe a molto...ormai la tua famiglia è deviata totalmente dalle regole imposte dalla tua religione...secondo me non otterresti altro che insulti e un definitivo allontanamento...e secondo me tu ne soffriresti ancora di più...fai molto bene a vivere lontano da loro...hai la possibilità di vivere pienamente senza troppi problemi....ed è questo quello che conta...tu non hai sbagliato nulla....provi semplicemente quello che hanno provato milioni di persone a questo mondo....attrazione per individui del tuo stesso sesso....niente di più strano...

ora che hai conquistato una vita che ti rende felice,non la abbandonare....e soprattutto fregatene....un pò di sano egoismo non fa mai male....  :asd:

poi vedi tu...anche io ho un pò di problemi con la mia famiglia....loro si sono decisamente accorti della mia diversità....ma non ho intenzione di renderli partecipi della mia vita...  :asd:

so già che non capirebbero mai e finirei per perderli difinitivamente.... per ora sto bene così...poi in futuro non si può mai sapere  :asd:

buona fortuna!!!!!

ciao ciao  :gh:

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Io condivido perfettamente cio' che ha detto Ganimede.

Capisco realmente la tua storia perchè in alcuni stralci ricorda la mia ed inoltre perchè conosco molto da vicino i comportamenti e le "tradizioni" dei TDG.

L'aver trovato il coraggio di esserti distaccato dalla tua famiglia secondo me è stato fondamentale e necessario in quanto l'unico modo per coltivare la speranza nel tuo progetto di vita che spero tu possa portare a termine.

Mi ha colpito una frase che hai detto che dopotutto mi pare anche di capire abbia una risposta in se:

Ci ho messo tre anni a costruirmi un minimo dell'autostima necessaria per stare al mondo e non voglio metterli in una posizione difficile, proprio perché so quanto sia difficile.

 

Secondo me al momento devi lasciare tutto così com'è e concentrarti a costruire il tuo futuro.

 

Un passo per volta l'esperienza ti darà più forza e spirito di coscienza anche per affrontare quel passo, ma solo se lo riterrai opportuno. :asd:

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Certo la tua non è una situazione tanto facile. Allo stesso tempo mi sembra di capire che per quel che ti riguarda la tua vita sia abbastanza definita se non per il rapporto con la famiglia, il che è un grosso vantaggio.

 

Io fondamentalmente credo che starei zitto, manterrei un rapporto civile ma condurrei la mia vita indipendentemente da loro.

 

Auguri comunque.

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ScarletSpider
FFfan87

Dal tuo racconto mi pare più che evidente che la tua famiglia non si è meritata il tuo amore, ma proprio per niente. CO o non CO il loro rifiuto c'è già stato nel momento in cui ti hanno trattato in quella maniera, dunque per rispondere alla tua domanda: NO non ha senso.

o meglio un senso lo avrebbe anche ma sarebbe più un tuo sfogo che altro...

 

 

Per FFfan87, il mio amore la mia famiglia a modo suo se lo è meritata perché mi hanno dato dei principi e hanno fatto si che diventassi l'uomo che sono orgoglioso di essere diventato oggi, nonostante abbiano scelto di farlo nel modo secondo me sbagliato hanno cercato di fare bene. Non tutti hanno, o riescono ad ottenere un'educazione emotiva adeguata. Posso solo provare tenerezza per il fatto che abbiano fatto in buona fede tanti danni. Non riesco a condannarli, ma hai ragione sul fatto che probabilmente sarebbe un mio sfogo e basta: primo perché come dicevo, questa settimana riflettendo ho concluso che SANNO, secondo perché arriverebbero ad essere in una posizione scomoda. Comunque grazie del consiglio :asd:

 

 

Akira86

.non mi permetterei mai di screditare la tua religione ma trovo che tutto il tuo malessere e le tue paure derivino proprio da quest'educazione a dir poco sconvolgente...

 

grazie del tatto che dimostri, mi fa molto piacere, ma la religione dei testimoni di Geova l'ho seppellita tanto tempo fa facendo ricerche, prima, molto prima di scoprire la mia sessualità. Ho scoperto che era tutta una bugia all'americana, una di quelle mille religioni protestanti nate nell'america di fine 1800 ma non c'è stato modo di discuterne con i miei genitori, sembrava che avessero di fronte il demonio. Se un testimone di Geova è convinto non lo smuovi nemmeno con le bombe, il castello è di carte ma è solido come una roccia, finché non soffia il vento del pensiero autonomo.

Quindi parlane pure male :asd: con rispetto ma screditala (l'organizzazione chiaramente, non le persone che sono semplici pedine)

Il fatto che questo tipo di educazione mi abbia lasciato profondi danni non si discute, io mi chiedevo se ci fosse qualcuno con una esperienza simile che sia riuscito a uscirne e a risanarsi le ossa :lol: cosa che spero di riuscire a fare un giorno anche io.

 

Akira86

.fai molto bene a vivere lontano da loro...hai la possibilità di vivere pienamente senza troppi problemi....---ora che hai conquistato una vita che ti rende felice,non la abbandonare....e soprattutto fregatene....un pò di sano egoismo non fa mai male....

 

Sai cosa, la vita non mi rende felice appieno, e non perché, come pensano i testimoni di Geova, non ho più Dio, quella è proprio una cosa che non mi fa né caldo né freddo, anzi mi fa solo stare più leggero, il loro è un Dio con le caratteristiche peggiori dell'uomo. E' vendicativo e intollerante, e sulla terra ha rappresentanti farisaici e fiscali. Mi manca un affetto, uno schienale a cui appoggiarmi quando sono stanco, qualcuno che non mi lasci cadere all'indietro. Ecco cosa. E ho tanta paura della felicità, ho sempre paura che le cose mi vengano tolte dall'oggi al domani. Ho raggiunto un nirvana col tempo che è quasi impenetrabile, sono riuscito a diventare impermeabile alle emozioni forti, e questa cosa nelle relazioni interpersonali è un grande blocco. Dopo il primo periodo di gayaggine spensierata e splendidamente allegra sono rientrato sul binario della ricerca di una vita normale.

E credo di stare facendo un errore, ultimamente frequento anche ragazze che trovo splendide come persone ma non attraenti come i ragazzi dal punto di vista sessuale.

La mia grande paura è di rinchiudermi in una finta vita etero per mancanza di coraggio e pentirmene a cinquant'anni con moglie e bambini a carico. Per questo devo fare qualcosa e vengo qui da voi che siete ragazzi svegli a vedere di trovare un po' di punti di vista nuovi. Mai guardare le cose sempre e solo dal proprio :asd:

 

Akira86

poi vedi tu...anche io ho un pò di problemi con la mia famiglia....loro si sono decisamente accorti della mia diversità....ma non ho intenzione di renderli partecipi della mia vita...  :gh:

 

 

mi dispiace. Che tipo di problemi se posso? Come se ne ono accorti? Atteggiamenti o hai dato loro degli indizi per tastaer il terreno?

 

 

Nipote

Capisco realmente la tua storia perchè in alcuni stralci ricorda la mia ed inoltre perchè conosco molto da vicino i comportamenti e le "tradizioni" dei TDG.

Secondo me al momento devi lasciare tutto così com'è e concentrarti a costruire il tuo futuro.

 

Ciao Nipote :asd: in che cosa le nostre storie sono simili? Non sono tanto pratico del forum e non so come cercare la tua storia, ma visto che cerco confronto mi farebbe piacere sentirla! Hai avuto a che fare con altre religioni a stretto controllo degli adepti? E come mai sei a conoscenza dei comportamenti e tradizioni dei tdg?

 

In tutti i casi ragiono e mi dico: un buon futuro si basa su un presente stabile, e un presente stabile è anche frutto del proprio passato. Ora il mio passato è crollato e ho dovuto ricostruire su me stesso, ma mi mancano ancora molti tasselli.

 

Su cosa si può costruire se non sull'amore? L'amore puro intendo. Quello che ti fa sentire pieno anche quando gli altri cercano di rovesciarti e svuotarti... Mi dico, se non mi ama nemmeno chi mi ha dato la vita chi mi può amare? E poi questa condizione di limbo mi porta a chiudermi. Molte persone si affezionano estremamente a me, sono quelli che riescono a vedere il cuore, pur non sapendo nulla e dico nulla del mio passato, conoscono solo ciò che mostro del presente, il resto lo percepiscono.

Quindi anche il mio presente, in lotta per costruire un futuro, è incasinato. Cambio casa ogni sei mesi e sono anche un po' stanco, ogni sei mesi, di cambiare città, amicizie, di non avere mai un partner, una parete fuligginosa da imbiancare.

Anche la mia sessualità è influenzata da questo background, pur essendomi liberato del fardello della religione mi sento ancora influenzato a livello inconscio. Parlo nei rapporti con gli altri, a letto non ho problemi di sorta, ma relazionalmente parlando sono un colabrodo!

Comunque grazie del consiglio. Il fatto è anche che per studiare qualcosa di utile per poter lavorare nel "nuovo mondo" che Dio doveva portare mi sono precluso delle strade e ho perso un sacco di tempo, quindi ora devo trovare qualcosa che mi permetta di lavorare e non essere troppo depresso a causa del lavoro che faccio :asd: ho solo il diploma e qualche attestato sparso ma niente laurea. Ma voglio trovare qualcosa di buono :asd:

Aspetto tue notizie!

 

Roby

Allo stesso tempo mi sembra di capire che per quel che ti riguarda la tua vita sia abbastanza definita

Auguri comunque.

 

Ciao Roby! La mia vita è tutto fuorché definita... E' proprio questo il fatto. Una continua altalena di luoghi, emozioni, persone incrociate e rapporti troncati o non fatti sviluppare per paura di essere lasciato nuovamente, per paura di essere scoperto, visto. E' bello vivere dove vivo ora, è stimolante, ma mi sento un po' una pianta sradicata a forza. Mettere di nuovo delle radici una volta cresciuti è dura e lo devi cercare di fare almeno in minima parte per non essere in balia del vento degli eventi.

Grazie degli auguri :gh:

 

SS

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Allora ScarletSpider in realtà la mia storia non puoi trovarla sul forum in quanto non ho mai fatto una descrizione così dettagliata.

Conosco abbastanza bene i TDG in quanto durante tutto il periodo delle scuole superiori avevo un' amica molto stretta che era TDG (e ne ho avute altre in parallelo e non di cui non posso scendere nei dettagli).

Mi sono sempre meraviglia del fatto che si fosse così affezionata a me e alla mia famiglia per poi scoprire che aveva una famiglia così allo sbando che lo faceva un po' per opportunismo ed un po' per non essere risucchiata dalla sua realtà.

Per tutto il quinquennio ho potuto capire e notare (sopratutto alla fine) il modo in cui i TDG fanno il loro lavoro di plasmatura delle menti e sopratutto affrontando diverse tematiche con lei ho appreso le mille contraddizioni del loro modo di ragionare.

Molte volte conversando ho potuto percepire il muro esistente tra loro e il resto del mondo e la loro clausura nella comunità.

Immagino perfettamente la sofferenza scaturente dalla espulsione dalla congregazione poichè ho visto un caso come il tuo evolversi in tutti i suoi dettagli, compresi l'obbligo dei cari obbligati dalla comunità al ripudio totale del "deviato".

Per quanto riguarda invece le esperienze infantili e scolastiche penso possano essere riconducibili a tutti gli omosessuali che non sono cresciuti vissuto in famiglie aperte: certamente la tua aveva una aggravante in più.

 

Io in realtà non posso darti molti consigli a riguardo se non la mia comprensione.

Nonostante i miei 23 anni sono ancora inerme a molti problemi esistenziali, angosce e dubbi: anche la paura di incontrare un altro omosessuale come me.

 

So che è difficile ma tu ormai il primo passo nonchè quello piu' importante lo hai fatto: hai eliminato l'oppressione dalla tua vita.

Tutto quello che costruirai d'ora in poi potrai sceglierlo tu!...e non è poco :asd:

Ti faccio tanti auguri per ogni cosa :asd:

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Ho appena letto il tuo racconto e devo dire che mi ha colpito parecchio. Ho avuto un compagno di classe che era testimone di geova ma a quel tempo ero troppo piccolo per interrogarmi su che cosa significasse...sapevo che i testimoni di geova avevano molte regole da seguire ma non ho mai cercato di approfondire l'argomento e successivamente non ne ho più avuto occasione.

Sinceramente io non apprezzo le religiorni organizzate in genere, dato che tendono a inculcare idee e modi di vedere il mondo. Per mia fortuna (come mi pare di aver già accennato nella tua presentazione  :gh:) i miei genitori non hanno imposto a me e ai miei fratelli alcuna religione, lasciandoci liberi di decidere per noi stessi quando fossimo stati abbastanza grandi. In sostanza credo che se una persona deve trovare un proprio credo lo debba fare da sola, costruindosi la propria "religione" da sola.

 

Passando al problema del rivelare la propria sessualità secondo me è un problema molto soggettivo in quanto i rapporti sentimentali, gli interessi sessuali e quant'altro c'è di collegato a questi riguardano la persona nella sua individualità e nessun'altro. Logico il problema sorge quando si desidera aprirsi con qualcuno ma sinceramente come ha detto Roby penso che anche io se fossi in te starei zitto.

Io credo di essere stato molto fortunato (e forse in parte bravo a scegliermi le amicizie  :pausa:) e tutte le volte che mi sono confidato con qualcuno mi sono sentito accettato...certo diciamo che non ne ho parlato con tutte le persone che conosco XD e anzi alle superiori avevo il terrore che i miei compagni di classe potessero scoprire di me ma poi, soprattutto ora sono molto più tranquillo perchè mi sono trovato in un ambiente dove ci sono tanti "non-etero" ;)

Ad ogni modo penso che prima di dirlo a qualcuno si debba pensare bene alle conseguenze e in base a queste decidere...per questo dico che nel caso tuo non direi niente. Da quello che ho capito troveresti tutt'altro che comprensione.

 

Quindi anche il mio presente, in lotta per costruire un futuro, è incasinato. Cambio casa ogni sei mesi e sono anche un po' stanco, ogni sei mesi, di cambiare città, amicizie, di non avere mai un partner, una parete fuligginosa da imbiancare.

(...)

La mia vita è tutto fuorché definita... E' proprio questo il fatto. Una continua altalena di luoghi, emozioni, persone incrociate e rapporti troncati o non fatti sviluppare per paura di essere lasciato nuovamente, per paura di essere scoperto, visto. E' bello vivere dove vivo ora, è stimolante, ma mi sento un po' una pianta sradicata a forza. Mettere di nuovo delle radici una volta cresciuti è dura e lo devi cercare di fare almeno in minima parte per non essere in balia del vento degli eventi.

Ora come ora penso che il problema a cui dovresti trovare una soluzione sia proprio questo. Se continui a correre da una parte all'altra è logico che non ti legherai mai troppo a qualcuno e di conseguenza non troverai mai quella sfera di affetti di cui hai bisogno.

Beh, ti auguro di trovare un luogo dove ti troverai finalmente a tuo agio e dove troverai ciò di cui hai bisogno

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o MIO dio...la tua storia è molto triste..mi dispiace tanto..la mia di storia è simile alla tua..tutti mi prendevano sempre in giro per qualcosa che nono riuscivo a capire....

 

Mi hai fatto piangere...mi hai fatto sentire triste, amareggiato per questa vita di merdaa...non so se le mie parole ti possono essere di conforto..ma mi sento di dirtele..la vita , ho capito, che dà e toglie..la ruota gira ma uno deve essere pronto ad affrontare tutto...."vorrei stringerti" :gh: sii forteeeee!!!!

ciao.... :pausa:

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La tua storia mi ha colpito e ricordato in certi versi la mia!

 

I consigli che ti hanno dato gli altri utenti mi sembrano molto buoni e condivisibili.

 

Ti auguro di vivere ora una nuova vita, lasciandoti un po' alle spalle la tua famiglia.

 

Un abbraccio forte!  :pausa:

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ScarletSpider

Grazie a tutti per le riflessioni fatte. Speravo di poter trovare qualcuno che ci fosse passato, almeno in rete, in forma anonima, per parlare un po' e per capire meglio, perché mi accorgo che è molto difficile da capire come situazione per chi non ci è passato.

Grazie davvero :asd:

Ribadisco, se qualcuno che legge fosse passato in una situazione analoga mi farebbe piacere essere contattato, volentieri anche in privato :P

 

Ora ho gli esami questa settimana per cui non riesco ad essere molto presente, almeno quanto vorrei, ma settimana prossima vi aggiornerò nella sezione affari di cuore sull'argomento di ciò che mi è successo nelle ultime due settimane. Ho trovato una persona incredibile ma...

Sett prossima il seguito.

Bacio a tutti! :asd:

SS

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Ciao,

 

in qualche modo la mia situazione non è molto lontana dalla tua.

In alcuni punti mi sono ritrovato (anche io giocavo con le bambole da piccolo, anche io etichettato di finocchio alle scuole medie... anche io TOTALMENTE ignaro per molti anni)

 

Come ho scritto altrove sono cattolico e praticante. Ok, nella mia famiglia c'è dialogo e non repressione, ciò nonostante cose quali il sesso prematrimoniale o la masturbazione sono viste come peccati.... Non parliamo dell'omosessualità.

Quando qualche anno fa (periodicamente la mia natura veniva a galla nonostante cercassi di reprimerla) avevo provato a chiedere a mia madre (laureata in storia della chiesa e conferenziere in materia teologica) cosa ne pensasse dell'omosessualità mi ha risposto più o meno che chi è "malato" dalla nascita non ne ha colpa ma deve essere "curato", chi invece decide di esserlo per perversione è responsabile della sua condotta immorale.

 

Ora. Mio fratello sa di me ma lui da anni non pratica la religione e ha rifiutato molte delle regole imposte (per motivi non troppo diversi dai miei nonostante sia eterosessuale). Ai miei proprio non ho il coraggio di parlarne. Non perché mi rifiuterebbero ma perché cercherebbero in qualche modo di "curarmi". MA NON SONO UN MALATO!!

 

Farebbe piacere anche a me poter parlare con te direttamente e magari confrontare le nostre storie.

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