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abusi sessuali, vittime e carnefici


hai mai subito maltrattamenti a sfondo sessuale?  

1 member has voted

  1. 1. hai mai subito maltrattamenti a sfondo sessuale?

    • si, da piccolo/a in famiglia
      3
    • si, da piccolo/a fuori la famiglia
      1
    • si, ma da adulto/a
      1
    • no, mai
      28


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era da tempo che volevo affrontare questo argomento, il sondaggio (credo) sia anonimo. Ovviamente mi auguro che l'opzione 4 vinca unanimamente, ma se c'è qualche vittima che si vuole esporre, anche solo per sfogarsi, mi piacerebbe sapere come se la passa ora.

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https://www.gay-forum.it/topic/9656-abusi-sessuali-vittime-e-carnefici/
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Nel mio caso la domanda è proprio mal formulata.

 

Non posso certo parlare di "maltrattamenti".

Semplicemente di attenzioni insistite

o meglio di esperienze troppo precoci per un reale consenso.

 

Inoltre nella nostra idea di "abuso"

ci sono molte cose poco accurate.

 

Ubriacare un ragazzo etero per toccarlo

è chiaramente un abuso;

un abuso di cui nessun adolescente gay si sente colpevole.

(anzi, spesso colpevolezziamo l'etero

se poi dovesse manifestare disagio nei nostri confronti)

 

Eppure se fosse fatto da un ragazzo etero

per approfittarsi di una ragazza,

sarebbe (francamente) da galera.

E' un argomento troppo delicato e privato per parlarne in un forum pubblico...

Comunque per come hai posto la domanda, non ho mai avuto maltrattamenti a sfondo sessuale!

Non sò se l'esempio di Almadel sia correlato a se stesso, però mi trovo nella stessa situazione quando parla di "Semplicemente di attenzioni insistite

o meglio di esperienze troppo precoci per un reale consenso."  ;)

E' un argomento troppo delicato e privato per parlarne in un forum pubblico...

 

 

 

il problema me lo sono posto a lungo, ma alla fine sono giunto alla conclusione che con i tabu non si arriva da nessuna parte, e essendoci chi ha bisogno di parlare/ascoltare da qualche parte si deve iniziare. Chi non vuole parlare è libero di leggere e basta, e chi vorrebbe ma non se la sente puo' semplicemente votare il sondaggio.

 

Per quanto riguarda le "attenzioni", credo che sia il diretto interessato a doverle definire o meno come maltrattamenti, dipende da come li avete vissuti

Ecco un'altra questione "poco accurata".

 

Le attenzioni erano da parte di una persona adulta?

 

No, era un mio coetaneo dodicenne.

 

Tutta la dimensione dello "abuso", cambia; non è vero?

 

Allo stesso modo se il rapporto tra un dodicenne e unA venticinquenne

e tra unA dodicenne e un venticinquenne.

 

Ci concentriamo unicamente sulla dimensione morale di chi compie l'atto

e non in quella di chi lo subisce.

 

E' abbastanza ovvio che per un dodicenne sentire di "non essere pronto"

e farlo con un altro ragazzino,

con un uomo

o con una donna

è la MEDESIMA COSA.

 

E' solo il nostro giudizio MORALE che cambia.

Almeno, per me è così.

 

(Per questo facevo l'esempio dello "etero ubriacato dal gay"

rispetto alla "ragazza drogata dall'etero":

medesima colpa, ma diverso giudizio)

 

Risolviamo la questione dell'abuso

in termini morali e non psicologici;

ci disturba il "rapporto di potere"

non l'atto, la condizione, le conseguenze.

a me interessa soltanto il lato psicologico, e più che sull'abuso preferirei concentrarmi sulle ripercussioni che si ha da adulti.

 

Poi permettimi di dire che l'età dell'abusante conte eccome, o meglio, più che l'età conta il rapporto. E' molto più grave (in termini di conseguenze) l'abuso da parte di una persona della quale un bambino dovrebbe potersi fidare che da parte di un suo pari. Almeno da quanto ho letto, infatti per cercare di quantificare il danno dell'abuso si valuta il ruolo di chi l'ha perpretrato, e non "cosa" si è fatto (e di conseguenza la distinzione tra atto vero e proprio o semplici attenzioni). Per fare un esempio lo stesso atto praticato da un fratello maggiore è più grave se praticato da un insegnante, perchè nel secondo caso la vittima avrà per sempre minata la fiducia nel prossimo (sempre a quanto ho letto).

E sei sicuro che questo non rispecchi

una valutazione morale?

Cioè che non discenda da un giudizio

che noi diamo al "vecchio porco"

rispetto al "ragazzino curioso"?

 

Per me la cosa grave fu

che continuando a considerare quell'atto

come la causa della mia omosessualità

non sono riuscito ad accettarmi come gay

fin quando non l'ho esorcizzata.

 

Amici gay che hanno avuto esperienze analoghe

le hanno vissute come un "inizio";

per me invece sono l'imprinting fondamentale .

Escludo che sarei stato gay, altrimenti.

 

E conta "cosa" abbiamo fatto

e conta anche "l'età";

perchè giochi simili da bambino

non mi hanno minimamente colpito;

fu solo averli sperimentati da pre-adolescente

col pudore di quegli anni, l'ignoranza priva di innocenza

e lo svegliarsi di una sessualità

che mi hanno fatto sentire ferito.

 

Sarebbe stato diverso con un cinquantenne?

Pare difficile figurarselo, non possiamo fare la prova scientifica.

non è assolutamente mia intenzione giudicare esperienze altrui, ma soltanto ascoltarle. Quanto le teorie psicoanalitiche siano viziate dalla morale non lo so, ma credo sia sterile discuterne qui. Piuttosto, se ti va ovviamente, mi piacerebbe molto se mi descrivessi come ti senti ora riguardo all'ora. Se non ho frainteso dici che la tua è un'omosessualità indotta da quest'esperienza, giusto?

Esatto,

ho parlato proprio di imprinting.

 

L'acme della vicenda si conclude in dicembre

lui sessualmente più maturo di me,

desiderava un rapporto sessuale completo

e io ho reagito in modo aggressivo

colpendolo e togliendogli da allora il saluto.

 

A febbraio dell'anno successivo

prima sbronza da un amico

e masturbazione reciproca;

questa volta mio tentativo

di un rapporto completo.

 

Nessun nesso a due mesi di distanza?

Maturazione-lampo della sessualità?

Non credo.

Che è? Vuoi chattare con me? ;)

 

Assolutamente no, ti pare?

All'orrore ho sostituito

un ricordo buffo di tutta la vicenda.

 

Ho avuto conseguenze pesanti

(insonnia, delirii religiosi con ansia di "essere perdonato")

per circa sette anni, attutite dalle esperienze reali

che hanno - via via - normalizzato il mio rapporto

con la mia omosessualità.

 

Fondamentalmente non riuscivo a parlarne

per il timore di essere considerato gay

in quanto "traumatizzato";

cosa - in effetti - probabilmente vera

(e motivo principale del mio rifiuto

verso le "teorie genetiche")

il problema me lo sono posto a lungo, ma alla fine sono giunto alla conclusione che con i tabu non si arriva da nessuna parte, e essendoci chi ha bisogno di parlare/ascoltare da qualche parte si deve iniziare. Chi non vuole parlare è libero di leggere e basta, e chi vorrebbe ma non se la sente puo' semplicemente votare il sondaggio.

 

Per quanto riguarda le "attenzioni", credo che sia il diretto interessato a doverle definire o meno come maltrattamenti, dipende da come li avete vissuti

 

Ho espresso il mio giudizio sulla mia personale esperienza non su quello che devono fare gli altri... Ho fatto un grande sforzo a riaprire certi argomenti, anche solo per citarli... Per adesso posso solo ribadire che ho avuto solo delle particolari attenzioni da piccolo da una persona più grande di me di cui non intendo identificare ( questo è il motivo perchè non voglio approfondire ). Non è stato un maltrattamento ma non è stato nemmeno consenziente visto che ero molto piccolo (credo 6 anni)...

Per la cronaca credo che non mi abbia influito molto sulla mia vita quotidiana, magari ha solo acutizzato la mia sensibilità su certi argomenti!

 

Cerca di capire che non è facile per tutti parlare di questi argomenti, e dovresti apprezzare anche chi fà poco ma con grande fatica...

 

Per quanto riguarda le "attenzioni", credo che sia il diretto interessato a doverle definire o meno come maltrattamenti, dipende da come li avete vissuti

Sono d'accordo, ognuno vive a modo suo le esperienze e sempre a modo suo le interpreta e decide cosa farne.

 

P.S. Se vuoi possiamo parlarne in privato, non per evitare gli utenti del forum ma per i visitatori occasionali... Potrebbe capitare una persona che mi conosce, ed allora sarebbe un casino!

Quanto le teorie psicoanalitiche siano viziate dalla morale non lo so,

 

Le teoria psicoanalitica non è viziata da morale, al massimo alcuni l'hanno accusata di essere una pseudo-scienza, ma dire che le teorie psicoanalitiche sono intrise di morale è oggettivamente falso

 

Al massimo il pensiero predominante di una popolazione può essere viziato dalla morale (cosa altamente più probabile)

 

Per quanto mi riguarda non ho mai subito abusi sessuali, al massimo ho subito l'abuso psicologico più comune del mondo: il catechismo

Kropotkin,

quello che intendevo riguardo al rischio

di confondere il "danno psicologico"

con la "condanna morale"

dovrebbe essere chiaro in quanto ho scritto.

 

Nulla sostiene che maggiore è la "responsabilità morale"

maggiore sia anche il "danno psicologico"...

francamente non ne sono persuaso.

 

Cerca di capire che non è facile per tutti parlare di questi argomenti, e dovresti apprezzare anche chi fà poco ma con grande fatica...

 

 

dov'è che si evince che non apprezzo?? dimmelo che edito subito! apprezzo tantissimo ogni tipo di contributo che si voglia dare, ed accetto con entusiasmo la tua proposta di parlarne in privato, ti mando via mp il mio msn

 

 

Nulla sostiene che maggiore è la "responsabilità morale"

maggiore sia anche il "danno psicologico"...

francamente non ne sono persuaso.

 

nulla non sostiene nulla  ;) ho soltanto letto che gli abusi da parte di un adulto (rispetto a quelli da parte di un "pari grado") minano la fiducia nel prossimo nella vittima causando tutta una serie di disturbi nel lungo periodo che tu, fortunatamente, non accusi.

Infatti non dubito di quello che intendevi te, dubito di quelle che pensava l'autore del messaggio che ho quotato

 

Io indirettamente sono d'accordo con te (La morale è solo un invenzione dei singoli, fino ad una certa età non ci se pensa nemmeno alla morale)

non si tratta di morale, elemento portato in causa da Almadel, ma molto più prosaicamente di fiducia tradita. La differenza che c'è tra una violenza (di qualsiasi tipo) perpretrata da un adulto e quella perpretrata da un coetaneo è che i bambini tendenzialmente devono fidarsi ed obbedire agli adulti. Una volta razionalizzata da adulti l'esperienza, se è stata vissuta con un parigrado è possibile "All'orrore sostituire

un ricordo buffo di tutta la vicenda", mentre se è stata subita da qualcuno che era adibito a proteggere la vittima si manifestano tutta una serie di sintomi sui quali volevo indagare aprendo questa discussione. E' superfluo ribadire che non si tratta di mie opinioni, ma di ciò che dicono "gli esperti" attualmente.

 

Kropotkin ti chiedo gentilmente di riformulare il tuo pensiero, perchè non è molto chiaro, sopratutto nell'ultimo post  ;)

Non voglio spostare l'attenzione dal tema,

ma quando Nulla tu parli di "fiducia tradita"

secondo me stai confondendo la fiducia

che la società ripone nell'educatore del bambino

(io, mamma, ho fiducia nel maestro di mia figlia)

con quella del bambino stesso;

proprio qui nasce la mia obiezione.

 

Se mio fratello maggiore non viene al mio compleanno

io posso sentire tradita la fiducia che ho verso di lui;

ma se mi convince che è bello masturbarci assieme

non credo che la questione si ponga negli stessi termini.

 

Il "rapporto di potere" rende il disagio più profondo

perchè chi lo subisce non ha modo di sfuggirgli

e può persino essere colpevolizzato dall'adulto.

 

Se Albertino solleva la gonna alla sorellina

lei gli può tirare un ceffone; se a farlo è il nonno

non c'è modo da fare...

secondo me stai confondendo la fiducia

che la società ripone nell'educatore del bambino

(io, mamma, ho fiducia nel maestro di mia figlia)

con quella del bambino stesso;

 

 

 

non capisco perchè tiri in mezzo la società, io ho sempre ed esclusivamente parlato della difucia del bambino, che c'entra la società? che c'entra la morale? mi sfugge completamente la tua obiezione, spiegami meglio per favore!

dov'è che si evince che non apprezzo?? dimmelo che edito subito! apprezzo tantissimo ogni tipo di contributo che si voglia dare, ed accetto con entusiasmo la tua proposta di parlarne in privato, ti mando via mp il mio msn

 

Non lo dici, ma è stata una mia impressione probabilmente influenzata, dal momento anche delicato in cui mi ritrovavo a rivangare certi ricordi  ;)

L'ho pensato perchè mi hai citato ed hai detto che non c'era la necessità di rispondere, e mi è parso ti riferissi a me, mi spiace se ho frainteso!

 

Per il discorso sulla moralità e sulla fiducia tradita, io credo che dipenda anche dall'ammirazione che una persona ha su chi fà l'abuso.

Se uno ha molta ammirazione di quella persona allora essa ha maggior influenza, quindi il bambino non ci vede nulla di male, sino a quando da grande non metabolizza che comunque si trattava di una cosa sbagliata. Io mi riferisco sempre ad un abuso pseudo-consenziente...

Come dice Nulla, più è l'influenza della persona, quindi gli si dà maggior fiducia, più grande sarà la sensazione di tradimento, che come ho già detto può presentarsi da subito o essere esternata da più maturi... Sono d'accordo sul fatto che è possibile che si possa rivedere quell'episodio come una situazione innocua, magari buffa no, però addirittura piacevole, in questo caso credo che entri in gioco un prorpio meccanismo di difesa...

Almadel ha toccato un'altra sfumatura di questo discorso, che credo sia molto importante, cioè l'età di chi abusa. Sono pienamente d'accordo sulle sue congetture che esprime sui diversi casi. Mentre per l'esempio che hai fatto sul fratello, per me invece si tratterebbe nel secondo caso di un tradimento più profondo, perchè lui ti convince di una cosa sbagliata, plagiandoti, approfittando del fatto che non hai esperienze e conoscenze a riguardo, questo io credo sia davvero grave!

 

X NULLA: ho accettato il tuo contatto!  :D

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