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Trasferirsi all'estero: una possibile soluzione?


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Ma se la nuova generazione la pensa così, in Italia resteranno solo gli eterosessuali? :look::ok:

 

 

per quanto mi riguarda, sì. amo gli affetti e le attività che ho attorno qui nella mia città, ma di rimanere ad attendere altri 10-20 anni con questi chiari di luna non se ne parla proprio

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Ma se la nuova generazione la pensa così, in Italia resteranno solo gli eterosessuali? :look::ok:

 

Magari la nuova generazione la pensasse così. Sarebbe davvero un forte segnale per questo paese. Invece siamo qui ancora a dare solo spettacolo, invece che battaglia. Perchè intanto a me i diritti non interessano -.-"

Perchè intanto a me i diritti non interessano -.-"

 

 

Ti dispiace spiegare in modo più chiaro ed esplicito ciò che vuoi dire?

 

Intanto vediamo se per caso ho capito da me: tu vuoi dire cha hai un altro ordine di priorità:

fare CO (se non l'hai già fatto), finire gli studi, trovarti un lavoro e soprattutto trovarti un ragazzo.

 

Se è così, guarda che le due cose non sono in alternativa. Anzi.

No, Isher, Alecs sta facendo ironia, lui pensa tutt'altro - se ho capito bene, sta facendo il verso all'omosessuale giovane italiano medio, come testimonia la faccina estenuata xD

 

Non mi ricordo neanche se ho già postato, comunque ormai io dò per scontato che me ne andrò presto. Ne parlavo sulla metro con una vecchietta che si lamentava dei mezzi e diceva che se non fosse per i figli grandi che non la seguirebbero, e per il fatto che è troppo vecchia per ricominciare, se ne andrebbe subito. Sì, sono quella che risponde ai vecchietti sui mezzi pubblici. Anyway.

Restare non è più un'opzione.

oddio è un po' da brividi pensare che una delle "vecchie generazioni" voglia andarsene e invece quelli più giovani di lei restano belli radicati dove sono.

 

io comunque non mi fiderei della vecchietta che dice che vuole emigrare - le sue motivazioni sono probabilmente molto diverse dalle tue, se non l'esatto opposto. tipo, se tu vuoi emigrare perché in Italia da lesbica non vali niente, lei probabilmente vuole emigrare perché "ah, questi gay, ora sono dappertutto, dove siamo arrivati, servirebbe un'altra Sodoma e Gomorra" per intenderci...

Mah. Dubito fortemente.

 

In ogni caso, facevo dell' ironia Isher. Della triste e dolorosissima ironia. Qui ben pochi desiderano essere veramente accettati. Qui ben pochi desiderano lottare per i propri diritti. Qui ben pochi ti danno la forza per continuare a lottare. Anzi se possono te la levano con i loro commenti stupidi, privi di senso e di tatto. Eh si che sono uno stronzo di prima, che appena mi infurio ne dico a destra e a manca, eppure quando mi trovo di fronte a certe stupidaggini postate in questo topic e non solo, mi devo ripetere un milione di volte che lo faccio per me, che lotto solo ed esclusivamente per me stesso e che degli altri non mi devo interessare, se non lo facessi, lascerei tutto e subito e mi abbandonerei a qualche serata gay in discoteca o in sauna.

 

Tanto dei miei diritti non me ne frega niente.

 

(Ariel (L))

Nah, era più una vecchietta stile 'troppa disoccupazione, i mezzi funzionano male, la classe politica fa schifo', non male alla fine xD

 

((L)s back)

 

/OT dolce OT (avevo scritto 'sweet' ma così sembrava ti chiamassi, lol xD okay, ho bisogno di dormire)

Dopo una parentesi "fuori porta" ho fatto tanto per tornare a Roma, città in cui sono cresciuto e che amo, e oggi che qui ho tutto, un buon lavoro, genitori, parenti, amici, il ragazzo che amo, col caxxo che me ne andrei...

 

Inoltre conosco vari ragazzi, etero e gay, che sono emigrati in altri paesi con in mente il miraggio della terra promessa, e quasi tutti se ne sono dovuti tornare a casa con la coda tra le gambe, perchè là trovavano solo lavoretti precari da morti di fame, esattamente come qui, con la differenza che almeno qui non pagavano l'affitto...una sola mia amica (lesbica) è rimasta a Londra, ma solo perchè è fidanzata con una ragazza inglese, e la sua ragzza ha una casa di proprietà: sono ormai 7 anni che vive li, e ancora fa lavoretti del caxxo tipo call center e baby sitter, lavori che, come dice anche lei stessa, avrebbe trovato anche qui... quindi prima di fare un passo del genere c'è da rifletterci molto su:  se le capacità e le specializzazioni sono alte (ad esempio se si ha una qualifica particolare, che assicurerà un ottimo lavoro anche nel nuovo paese, come un mio amico ingegnere che in Inghilterra lavora presso una compagnia petrolifera) si può pensare di cambiare, sempre tenendo conto dei legami in patria, ma se si deve andare a vivere da precari all'estero sarebbe, come si dice a Roma, un guadagno di Maria Calzetta.

Ariel, Alecs, non avevo decifrato il significato dell'icona!

 

Sul fatto che andarsene sia un'opzione reale per un giovane, perché il mondo ormai è piccolo, o almeno l'Europa

lo è, e magari si può pure trovare un posto quasi più facilmente all'estero, sono totalmente d'accordo. Se una situazione

migliore è a portata di mano, perché non prenderla? Qui il discorso è semplice.

 

Sulla lotta, la penso un po' diversamente, Alecs. La lotta, il costruirsi un determinato carattere e stile di vita, auspicabilmente con

altri, non in totale solitudine, è un valore in sé, è un piacere in sé. Certo si lotta per raggiungere un obiettivo.

Ma, al fondo, lo facciamo perchè ci piace, perché ci ravvisiamo in questo, perché siamo fieri di essere così e non in un altro modo.

Ma se è così bisognerebbe non perdere il sorriso, e una certa leggerezza, o contentezza. Non si può mai escludere che gli altri ci seguano,

di incontrare anche solo una o poche persone che ci siano compagni di strada.

Ben. Non è tanto il fatto del lavoro. Essere pezzente qua o nel resto del mondo non mi turba troppo.

 

Ciò che mi interessa è l' essere considerato un cittadino con diritto e doveri. Qui abbiamo solo i secondi. E la cosa mi disturba parecchio :look:

 

Non si può mai escludere. Assolutamente vero. Ma Isher, di fronte alla regressione culturale che staimo affrontando ti cascano le braccia. Un futuro decente diventa un' utopia ed altrettanto un movimento omosessuale che si batta davvero per i diritti che spettano alla comunità glbt. Per questo, penso sempre più all' estero e meno all' Italia, perchè qui non c'è l' intenzione di volersi veder riconosciuti.

Ok, alecs, ma avere diritti sulla carta, e non poterli sfruttare perchè, se non hai qualifiche particolari, anche fuori è difficile trovare un lavoro che rende, capace di coprire le spese di affitto che in patria non si avevano (e magari hai pure lasciato un buon lavoro a tempo indet. in Italy) imho non è un progresso...poi se uno ha 20 anni, è in rotta coi genitori, non ha un lavoro, non è fidanzato, può pure tentare a vedere come va, ma se uno ha una buona posizione qui imho lasciare il certo per l'incerto non è il caso, perchè a fine mese non ci si arriva di sole belle speranze.

Mah. Considerando la magica flessibilità del mondo del lavoro (oltre che la crisi), non mi pare così facile trovare un buon lavoro a tempo indeterminato.

 

Ergo per cui. Per gentaglia come me, che ha ancora vent'anni e un miliardo di possibilità davanti, se desidera un futuro dove un giorno poter essere riconosciuto e magari mettere su famiglia, non è affatto male pensare di trasferirsi. Nonostante le mille difficoltà in cui si può incappare.

 

Preferisco soffrire per anni che soffrire per sempre.

 

(In ogni caso. Ho in programma sei mesi all' estero, in Spagna, tanto per capire un po' come funziona. Altro punto, sono fidanzato, ma il mio ragazzo condividendo i miei desideri, ha promesso che se dovessimo essere ancora assieme e qui si vivesse ancora la stessa situazione di soli doveri, non avrebbe problemi a partire con me xD Sogni. Ma preferisco vivere di questi, piuttosto che di una realtà sempre più retrograda.)

 

Preferisco soffrire per anni che soffrire per sempre.

 

(In ogni caso. Ho in programma sei mesi all' estero, in Spagna, tanto per capire un po' come funziona. Altro punto, sono fidanzato, ma il mio ragazzo condividendo i miei desideri, ha promesso che se dovessimo essere ancora assieme e qui si vivesse ancora la stessa situazione di soli doveri, non avrebbe problemi a partire con me xD Sogni. Ma preferisco vivere di questi, piuttosto che di una realtà sempre più retrograda.)

 

 

Tutto giusto, ineccepibile. Mi pare che siete messi molto bene, tu e il tuo ragazzo, e vi auguro di realizzare questo, che non è un sogno, ma un obiettivo reale.

Mah. Considerando la magica flessibilità del mondo del lavoro (oltre che la crisi), non mi pare così facile trovare un buon lavoro a tempo indeterminato.

 

Ergo per cui. Per gentaglia come me, che ha ancora vent'anni e un miliardo di possibilità davanti, se desidera un futuro dove un giorno poter essere riconosciuto e magari mettere su famiglia, non è affatto male pensare di trasferirsi. Nonostante le mille difficoltà in cui si può incappare.

 

Preferisco soffrire per anni che soffrire per sempre.

 

(In ogni caso. Ho in programma sei mesi all' estero, in Spagna, tanto per capire un po' come funziona. Altro punto, sono fidanzato, ma il mio ragazzo condividendo i miei desideri, ha promesso che se dovessimo essere ancora assieme e qui si vivesse ancora la stessa situazione di soli doveri, non avrebbe problemi a partire con me xD Sogni. Ma preferisco vivere di questi, piuttosto che di una realtà sempre più retrograda.)

 

Non conosco paese al mondo dove non ci sia questa situazione nel mercato del lavoro. Da un lato precari a tempo determinato, con diritti anche più bassi di quelli che ci sono in Italia e dall'altro lavori a tempo indeterminato estremamente protetti. Specialmente se poi non si parla più che bene la lingua del posto si passa da un estremo all'altro. Grandi lavori se si è qualificati, lavori dove nons i deve parlare affatto se non lo si è.

 

Comunque trasferirsi per fare lavoretti potrebbe essere, come dice ben, veramente terribile. In questo momento particolare poi anche se si è qualificati potrebbe essere complicato trovare un lavoro decente. Ho molti amici (molto qualificati) che non trovano un tubo. Per dover faticare ad arrivare a fine mese è meglio farlo a casa propria, imho. In Italia quanto meno solitamente c'è chi ti da una mano.

 

Buon viaggio in spagna, ne vale sicuramente la pena :look:

scusate, Roby e Ben81, ma io credo che dipenda dalle persone che conoscete. Non trovo affatto che qui a Londra per i "non qualificati" siano disponibili solo lavori da fame: assolutamente no. Si può benissimo fare ad esempio un lavoro da commesso, che ti permette di arrivare dignitosamente alla fine del mese. Io gestisco un negozio: al momento due delle mie commesse sono italiane, anche in passato ho avuto un ragazzo italiano che lavorava per me. Come mai queste persone riescono a vivere dignitosamente? Quando nessuna delle tre aveva "qualifiche", ma soltanto un diploma di liceo? La risposta è semplice: perché PARLANO INGLESE. Se mi arriva uno a fare un colloquio che non capisce le domande e mi dice solo "ai cam from Italiiiiiiiiii, mai neim is Marcoooooooo...." è chiaro che finisci a fare il lavapiatti, c'è poco da fare.

uno deve essere consapevole delle proprie possibilità. Se hai un inglese elementare e finisci a fare il lavapiatti non è detto che un giorno tu non trovi un lavoro migliore - ma lo devi praticare quell'inglese, cosa che non succede se ovviamente fai comunella solo con altri italiani. Quelli sono i tipi che "non si integrano" e che "tornano a casa con la coda tra le gambe".

A Londra di lavoro ce n'è tanto per chi vuole rimboccarsi le maniche, e il più svariato.

Io ho una laurea ma il lavoro che faccio non ha assolutamente niente a che vedere con il titolo di studio che ho, e sarei riuscita a ottenerlo anche con un diploma di lliceo, sono qui da neanche 3 anni e ho già ottenuto 2 promozioni nella mia azienda, tutto quello che serve è buona volontà e voglia di imparare.

Roby con "in Italia c'è solitamente chi ti dà una mano" intendi genitori che ti mantengono fino a 40 anni o che ti danno spintarelle per trovare il posto fisso, vero??? beh.... né l'una né l'altra cosa mi sembrano motivi di grande orgoglio, sinceramente.

Sweet, purtroppo la maggioranza degli italiani (mi ci metto pure io) parlano un inglese scolastico o poco più, e questo è un dato di fatto, che di certo non aiuta ad ottenere lavori che rendano bene, tali da consentire di pagare un affitto (ta l'altro in UK non sono nemmeno tanto bassi) e di vivere dignitosamente.

Come ti dicevo, l'unico italiano emigrato che conosco, e che ha fatto carriera all'estero, è stato un mio amico ingegnere, un tizio che definire cervellone nel suo campo è poco: in Italia lavorava alla Nuovo Pignone di Firenze, già con una posizione medio alta, adesso lavora a Londra presso una compagnia petrolifera, e guadagna un pacco di soldi.

Nel suo caso, lasciare i propri cari e tutto ciò che aveva qui, è stato compensato da un ritorno economico che gli permette di avere un tenore di vita elevato.

 

Comunque, facciamo due esempi:

 

-20enne che vive in un qualunque paesino sperso nelle province italiane (paese che detesta), appena diplomato, non fidanzato, senza grandi rapporti di amicizia in Italia, e magari con rapporti tesi in famiglia: in questo caso il tentare una carriera ed in futuro all'estero potrebbe pure essere un'idea, tanto qui non avrebbe nulla da perdere e da lasciare, comunque, nel caso trovi solo lavoretti da due soldi, potrebbe tornare indietro

 

-30enne (potrei essere io) che vive in una metropoli come Roma (città che ama), che lavora da 10 anni ed ha un buon lavoro a tempo indeterminato, fidanzato con un ragazzo che a sua volta ha un buon impiego nella stessa città, tanti amici nella città in cui è cresciuto, ed ottimi rapporti con famiglia e fratelli: in questo caso lasciare tutto per andare all'estero, solo per ottenere il diritto di potersi sposare, sarebbe imho una mossa sbagliata, perchè si otterrebbe una cosa e al contempo si perderebbe tutto il resto, tutte quelle cose che faticamente, in tanti anni, si sono create, senza nemmeno la possibilità di tornare indietro (perchè un lavoro a tempo indet, oggi, a Roma, te lo darebbe solo Luca)...un guadagno di Maria Calzetta, appunto.

Il tuo esempio vale per l'inghilterra. Se ti trasferisci in spagna o olanda la lingua non è l'inglese ed è meno banale avere un buon olandese o un buono spagnolo. Io intendo semplicemente dire, se ti trasferisci, sappi che non è scontato migliorare la propria qualità di vita, non è con i diritti che si arriva a fine mese. Se non parli la lingua del posto e non sei qualificato, beh sono cazzi amari. Almeno questo è quello che ho visto qui ad amsterdam. Ragazzi che non parlavano una parola di olandese, senza qualifiche a fare lavori sottopagati (non degredanti) con cui è difficile anche solo pagare l'affitto. Molti poi tornano indietro con la coda fra le gambe. Non tutti, ahimè, sono intraprendenti come te Sweet :look: E' bene anche sottolineare che è facile fallire, così che si parta con i piedi ben per terra e lo si faccia solo se si è veramente motivati. Non esistono terre promesse.

 

Sul fatto dell'italia, beh io non mi vergognerei a chiedere una mano ai miei genitori o a mio fratello se fossi in difficoltà. Non me ne vergognerei nemmeno se fossi dall'altra parte del mondo veramente. Solo che quando sei a casa è più facile farsi aiutare. Io prima di morire di fame chiedo aiuto (e per la cronaca non penso proprio di fare il mantenuto :ok:)

 

Io fondamentalmente do molto peso al tenore di vita, non credo cambierei stato per dei diritti se dovessi rimetterci in tenore di vita. So che per molti non è così, però queste sono le mie preferenze :ok:

Ma anche senza chiedere aiuti economici ai genitori, già il fatto di avere una casa (e la maggior parte delle famiglie italiane possiede una o più case) senza dover pagare un affitto è un punto economicamente a favore, punto che all'estero verrebbe a mancare, a meno che si abbia un appoggio da fidanzati/e o cari amici/che che già ci vivono.

Semplicemente dico che la situazione è disastrosa all around the world xD Oltretutto ripeto, non tutti devono trasferirsi all' estero, dipende dai sogni che ognuno di noi possiede. Per quanto mi riguarda, un giorno, vorrei se possibile, coniugarmi al mio compagno e adottare xD Questo. So per certo. Che in Italia. Non lo potrò fare o almeno non nei tempi per cui sarebbe ancora fattibile realizzare la cosa. Ergo per cui voglio tentare di trasferirmi all' estero. Inoltre sono così fortunato da avere contatti ovunque nel mondo e di conoscere inglese e spagnolo (la seconda come madrelingua), non sfruttare queste possibilità, sarebbe un vero spreco. Ecco perchè vedo nell' estero una possibilità, nessun paradiso, semplicemente un' alternativa a questo paese decadente, corrotto ed estremamente bigotto. In aggiunta, meno italiani vedo, meglio sto xD

Semplicemente dico che la situazione è disastrosa all around the world xD Oltretutto ripeto, non tutti devono trasferirsi all' estero, dipende dai sogni che ognuno di noi possiede. Per quanto mi riguarda, un giorno, vorrei se possibile, coniugarmi al mio compagno e adottare xD Questo. So per certo. Che in Italia. Non lo potrò fare o almeno non nei tempi per cui sarebbe ancora fattibile realizzare la cosa. Ergo per cui voglio tentare di trasferirmi all' estero. Inoltre sono così fortunato da avere contatti ovunque nel mondo e di conoscere inglese e spagnolo (la seconda come madrelingua), non sfruttare queste possibilità, sarebbe un vero spreco. Ecco perchè vedo nell' estero una possibilità, nessun paradiso, semplicemente un' alternativa a questo paese decadente, corrotto ed estremamente bigotto. In aggiunta, meno italiani vedo, meglio sto xD

 

Ecco, esattamente questo intendevo. Mi sembra che siano queste le premesse per trasferirsi all'estero :look:

 

Non per andare offtopic però io un figlio lo voglio anche se starò in Italia. A costo di andare in america e affittare un utero :ok:

Il discorso che hai fatto, Ben, ha effettivamente un senso. E' bello che tu ti sia trovato una situazione così stabile e florida qui in Italia, ma sei cosciente di essere una parte privilegiata della popolazione?

 

Perchè la mia famiglia, ad esempio, sta per perdere l'unica casa che abbiamo e mia madre che è un'attrice di carriera trentennale laureata deve fare la baby-sitter per mantenerci. O sto messa molto male io e quindi quando sento 'crisi' so DAVVERO cosa significa, e sono tra i pochi, o la gente che può contare sull'aiuto di parenti (che stanno come noi) e genitori è meno di quanto possa sembrare.

Con queste prospettive qui io me ne andrei COMUNQUE, pure non fossi lesbica. Mi viene da ridere quando si dice 'stare male qui o lì', è difficile stare peggio che qui, davvero. Dato che mi dovrò costruire una vita senza raccomandazioni comunque (come si dovrebbe fare in qualunque paese onesto, ma sorvoliamo)...

 

Non lo dico per farmi notare o che, la gente che sta così è più di quanto si pensi - così come la gente che pensa di essere stata veramente colpita dalla crisi è meno di quanto si pensi. Non potersi comprare l'iPod nuovo non è crisi.

 

Uhm, sto andando un po' OT. Quello che intendo dire è che: la lingua s'impara. Il tenore di vita ce lo si guadagna. Dipende solo da quanto è importante per noi l'avere determinati diritti, e quanto si è pronti ad affrontare certi ostacoli.

Sweet, purtroppo la maggioranza degli italiani (mi ci metto pure io) parlano un inglese scolastico o poco più, e questo è un dato di fatto, che di certo non aiuta ad ottenere lavori che rendano bene, tali da consentire di pagare un affitto (ta l'altro in UK non sono nemmeno tanto bassi) e di vivere dignitosamente.

Sono d'accordo col dato di fatto ma onestamente è un dato di fatto che mi disgusta parecchio: ennesimo campo in cui gli italiani sono decenni indietro a tutti gli altri e in sostanza si mettono davanti ostacoli da soli, con la loro ignoranza.

Sono d'accordo anche con il costo degli affitti ma devo ammettere con un certo rammarico che gli affitti sono così alti sono a Londra... in altre parti d'Inghilterra io vivrei da vera regina coi soldi che prendo, ma sono troppo attaccata alla dimensione "cittadina" per andarmi a trasferire da qualche altra parte.

 

-20enne che vive in un qualunque paesino sperso nelle province italiane (paese che detesta), appena diplomato, non fidanzato, senza grandi rapporti di amicizia in Italia, e magari con rapporti tesi in famiglia: in questo caso il tentare una carriera ed in futuro all'estero potrebbe pure essere un'idea, tanto qui non avrebbe nulla da perdere e da lasciare, comunque, nel caso trovi solo lavoretti da due soldi, potrebbe tornare indietro

Non è per fare la bastian contrario ma per me ci sono alcuni elementi a rischio in una situazione del genere. Ad esempio se uno non ha buoni rapporti con la famiglia, e magari nei primi tempi all'estero ha bisogno di aiuti economici, rischia veramente di finire a vivere in condizioni degeneri se questi aiuti gli vengono rifiutati. Senza contare che nel caso in cui decida di tornare indietro verrebbe ostracizzato e visto come un "fallito".

 

Il tuo esempio vale per l'inghilterra. Se ti trasferisci in spagna o olanda la lingua non è l'inglese ed è meno banale avere un buon olandese o un buono spagnolo. Io intendo semplicemente dire, se ti trasferisci, sappi che non è scontato migliorare la propria qualità di vita, non è con i diritti che si arriva a fine mese.

Due cose - innanzitutto, d'accordissimo per il buon olandese ma mi ammetterai che parlare un buono spagnolo per un italiano è facilissimo. Ti potrei citare una mia amica che se lo sta studiando da sola partendo da zero e già mette insieme frasi, passando per tante amiche e colleghe che hanno fatto l'Erasmus finendo con il semplicissimo fatto che io se sento degli spagnoli parlare capisco il 90% di cosa dicono. Certo non so rispondere nella loro lingua, ma li capisco.

E soprattutto non si è mai detto che i diritti devono essere l'unica ragione per emigrare. Certo nel caso di un gay probabilmente hanno un peso non indifferente ma non sono mica solo i gay che vogliono emigrare. Le persone che ho citato nel precedente post ad esempio sono tutte etero. E' semplicemente una questione, per me, di come si può accettare di vivere in un paese come l'Italia, dove c'è TROPPO che non va. Quando mi chiedono perché me ne sono andata io non so neanche da dove cominciare a elencare!!

 

E' bene anche sottolineare che è facile fallire, così che si parta con i piedi ben per terra e lo si faccia solo se si è veramente motivati. Non esistono terre promesse.

Sono d'accordo anche con questo e infatti non è quello che intendevo dire con nessuno dei miei post. I risultati si hanno se ci si rimboccano le mani, c'è poco da fare. Non è che io sono scesa da un aereo su suolo inglese e ho detto: lavoro piovimi addosso!! sistemazione piovimi addosso!!

La gente che si aspetta che tutto cambierà e sarà assolutamente perfetto sono dei poveri illusi e ti dirò anche aspettarsi che le cose accadano e basta senza che si sia lavorato per ottenerle è una caratteristica tutta italiana...

 

Non per andare offtopic però io un figlio lo voglio anche se starò in Italia. A costo di andare in america e affittare un utero :look:

Io per esempio avevo considerato l'idea di avere un figlio in Italia però come fai a convivere con la consapevolezza che se succede qualcosa tuo figlio magari verrà dato in affidamento a qualcun altro?? O che la vostra famiglia verrebbe spezzata?? Io con cose del genere non ho mai voluto rischiare, si fa presto a dire "eeeeh che succederà mai" e poi invece qualcosa succede.

Tanta gente si riempie la bocca a dire "ah per dei gay crescere un figlio in Italia è egoista, pensa a tutto quello che dovrà passare questo bambino solo per l'egoismo di quelle due persone che volevano a tutti i costi un figlio e non hanno saputo rinunciare" e per me sono cazzate... il bambino che avrai lo potrai proteggere dagli sfottò altrui e lo potrai crescere con sani valori. Ma con cose come la salute, o gl'incidenti, non si scherza, non sono cose prevedibili dall'essere umano e possono colpire assolutamente chiunque e assolutamente a random. Io non me la sarei sentita.

 

All'estero si sta meglio sia economicamente che eticamente.L'Italia è un sistema economicamente decadente e moralmente nullo.

Economicamente non saprei dire... il consumismo stupido c'è ovunque, qua si parla tanto di credit crunch ma in realtà quello che vogliono dire è che la gente non riesce più ad andare al pub 3 sere a settimana o nel locale fighetto a consumare 80 sterline di drink in 2.... tutte cose che diciamoci la verità sono assolutamente superflue e i più inutili dei lussi. Sul moralmente nullo, però, sono d'accordo su tutta la linea. I valori italiani mi disgustano proprio.

Il discorso che hai fatto, Ben, ha effettivamente un senso. E' bello che tu ti sia trovato una situazione così stabile e florida qui in Italia, ma sei cosciente di essere una parte privilegiata della popolazione?

 

Perchè la mia famiglia, ad esempio, sta per perdere l'unica casa che abbiamo e mia madre che è un'attrice di carriera trentennale laureata deve fare la baby-sitter per mantenerci. O sto messa molto male io e quindi quando sento 'crisi' so DAVVERO cosa significa, e sono tra i pochi, o la gente che può contare sull'aiuto di parenti (che stanno come noi) e genitori è meno di quanto possa sembrare.

Con queste prospettive qui io me ne andrei COMUNQUE, pure non fossi lesbica. Mi viene da ridere quando si dice 'stare male qui o lì', è difficile stare peggio che qui, davvero. Dato che mi dovrò costruire una vita senza raccomandazioni comunque (come si dovrebbe fare in qualunque paese onesto, ma sorvoliamo)...

 

Non lo dico per farmi notare o che, la gente che sta così è più di quanto si pensi - così come la gente che pensa di essere stata veramente colpita dalla crisi è meno di quanto si pensi. Non potersi comprare l'iPod nuovo non è crisi.

 

Uhm, sto andando un po' OT. Quello che intendo dire è che: la lingua s'impara. Il tenore di vita ce lo si guadagna. Dipende solo da quanto è importante per noi l'avere determinati diritti, e quanto si è pronti ad affrontare certi ostacoli.

 

 

Beh un attimo, non ho detto che sono ricco, ma ho detto che ho un lavoro a tempo indeterminato, un fidanzato, e tutti  i cari qui, ma la crisi la sento pure io: ormai non riesco a mettere via quasi più nulla, e qualche mese le spese superano le entrate... ma la situazione economica anche negli altri paesi, europei e non, non è affatto rosea...tutto questo per dire che non necessariamente per forza emigrare equivale a sistemarsi economicamente, anzi, spesso porterebbe a peggiorare la posizione che si ha già.

 

 

p.s. Sweet, tu in Italia dove vivevi? In una grande città o in un piccolo centro?

No, infatti non intendevo accentuare l'equazione estero = sistemazione economica, ma piuttosto: dato che una stabilità si costruisce faticosamente di questi tempi ovunque, preferisco farla in un posto più congeniale per una lista infinita di ragioni.

 

Sembra terribile che rispondo sempre per gli altri, ma non so resistere, ditemelo se dò fastidio xD Sweet viveva a Roma.

p.s. Sweet, tu in Italia dove vivevi? In una grande città o in un piccolo centro?

Roma. E' per questo che non ce la faccio a spostarmi dalla città. Mi viene l'ansia solo a pensarci.

 

edit: haha, non avevo visto che Ariel aveva risposto per me XD impicciona XD

Sweet, io apprezzo molto quello che scrivi e sono fondamentalmente d'accordo con te, praticamente su tutto. Solo che il 99% delle persone che conosco che vogliono andare all'estero (non parlo del forum) non sono assolutamente pronte per farlo. Non sanno spesso nemmeno di cosa stanno parlando. Pensano veramente di andare lì e che tutto gli piova addosso. Siccome ormai è due anni che sono in giro per l'europa (io faccio il mantenuto, sono uno studente quindi per me è anche molto più facile) so quanto sia complicato e penso sia importante sottolinearlo. Tu sei una con la testa sulle spalle ma sei veramente una delle poche. E penso che se una persona non è come te, alla fine, faccia comunque meglio a starsene a casa propria.

  • 7 months later...

Decine di milioni di persone sono emigrate in America con le valige di cartone. Sarà stata certamente dura ma in molti ce l'hanno fatta dignitosamente e non pochi si sono arricchiti. Tutti hanno evitato i compromessi, le raccomandazioni, gli impicci, i trucchi da furbetti del quartierino. Oggi la situazione degli emigranti italiani mi sembra certamente migliore di quella dei contadini veneti degli anni '20. Quindi manca solo la volontà.

Certo, se uno si fa mantenere dai genitori fino a 30 anni e spera che arrivato al 31^esimo compleanno, gli regalino pure l'appartamento, non se ne andrà mai. Se un soggetto del genere come scusa poi accampa "i rischi" della trasmigrata gli si può anche ridere in faccia.

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