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Veltroni si dimette


sugar85

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ROMA (17 febbraio) - Alla fine Walter Veltroni ha lasciato la guida del Pd, dopo sedici mesi al timone della formazione politica erede dell'esperienza ulivista, che poco meno di due anni fa era stata battezzata come la novità più rilevante nel panorama politico italiano.

 

Un addio ai vertici del Pd che ha avuto come causa scatenante la secca sconfitta patita dal candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Sardegna Renato Soru che pure con le sue dimissioni nel novembre dello scorso anno aveva creato non pochi problemi allo stesso centrosinistra, poi ricompattatosi per necessità sul nome dell'ex Governatore sardo.

 

Cinquantaquattro anni, sposato, due figlie, Veltroni si avvicina alla politica nel 1976, quando a 21 anni, viene eletto consigliere comunale di Roma nelle liste del Pci, mantenendo questa carica fino al 1981. Nel 1987 diviene per la prima volta deputato.

 

Un anno dopo entra nel Comitato centrale del Pci, ed è tra quanti sono favorevoli alla svolta della Bolognina di Achille Occhetto e alla nascita del Partito democratico della sinistra. Nel 1992 viene scelto come direttore de L'Unità, lo storico quotidiano fondato da Antonio Gramsci ed acquistato qualche mese fa proprio da Renato Soru. Due anni dopo la base del partito lo candida a segretario nazionale, ma Veltroni viene sconfitto da Massimo D'Alema per 249 voti a 173. Nel 1996 Romano Prodi lo chiama a condividere la leadership de l'Ulivo e, dopo la vittoria della coalizione del centrosinistra, diventa vicepresidente del Consiglio e ministro dei Beni Culturali e ambientali con l'incarico per lo spettacolo e lo sport.

 

Nel 1998, dopo la caduta del governo Prodi, torna a concentrarsi sul partito, nel quale intanto sono confluite formazioni di varia ispirazione, laiche e cattoliche (Sinistra repubblicana, Cristiano-sociali, Comunisti unitari, Laburisti), e che compie un ulteriore passo in avanti trasformandosi in Ds, Democratici di sinistra. Nel 2001 venne scelto dal centrosinistra come candidato a sindaco di Roma in risposta alla Casa delle libertà che aveva indicato Antonio Tajani di Forza italia. Veltroni diventa primo cittadino della Capitale ottenendo il 53% dei consensi.

 

Cinque anni dopo viene riconfermato sindaco della Capitale con il 61,45% dei voti, miglior risultato nella storia delle elezioni comunali di Roma con l'elezione diretta del sindaco, con cui batte il candidato della Cdl Gianni Alemanno.

 

Dal maggio 2007 Veltroni entra a far parte del Comitato nazionale per il Pd che conta 45 componenti e riunisce i leader delle diverse anime del partito. Veltroni viene candidato alla guida della nuova formazione politica, sostenuto da larga parte della Quercia e da ampi settori della Margherita, e affiancato, in ticket, da Dario Franceschini, presidente dei deputati dell'Ulivo.

 

Veltroni presenta la sua candidatura alle primarie del partito il 27 giugno in un discorso al Lingotto di Torino. Il Partito democratico nasce ufficialmente il 14 ottobre dello stesso anno e Veltroni è eletto segretario con il 75% dei voti. Nell'aprile dello scorso anno il primo, impegnativo, banco di prova: le elezioni politiche, che però consegnano la vittoria a Silvio Berlusconi e al Pdl.

 

Fonte Il messaggero

 

Opinione persnale: finalmente!!

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Sugar, grazie di aver dato in tempo reale questa notizia!

Ma si fa presto a dire: finalmente!

Chi sarà secondo te/voi il suo successore?

Peggio di lui è sempre possibile; meglio di lui...non vedo nessuno

all'orizzonte, tra i papabili.

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Sono rimasto di stucco.Veltroni non mi è mai piaciuto ed adesso ancor meno.Credo non sia in grado di fare il leader.Io vedo il leader come una persona coscenziosa e decisa,lui dimettendosi ha dato prova di essere debole.

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forse il "finalmente"è nel senso "finalmente il partito democratico si dimostra per quello che è sempre stato: Fallimentare"

 

 

non poteva essere altrimenti, visto che dietro veltroni c'erano sempre gli stessi personaggi della 'sinistra'

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ahahah

la barca che affonda e i topi che scappano

 

Penosa fine di un qualcosa che chiamare "partito" è eccessivo, diciamo piuttosto "agglomerato partitico" con pretese di raccogliere l'area di sinistra moderata e che alla fine si è invece fatto governare dalle derive teo-dem degli ex Margherita

 

La conferma che fosse l'inizio del tramonto del PD, personalmente, non me l'ha data la sconfitta di Soru in Sardegna, quando la risata satanica di D'Alema, intervistato tre giorni fa sul TG di La7 proprio a proposito delle "questioni" di leadership all'interno dei vertici del partito

e lui ha semplicemente detto che effettivamente Veltroni aveva "qualche difficoltà a tenere insieme le varie anime", ma il suo sorrisetto (fastidiosissimo :afraid: ) malcelato dai baffettini, diceva molto di più  :asd:

 

Comunque ora ci sarà l'ennesima fase di transizione in cui si scontreranno le varie correnti alla ricerca di affermare la propria leadership (un po' come ai tempi della fine del PDS), mentre il governo avrà vita perfino più facile di ciò che è accaduto ora ..ottimale no?  :P

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mi stupisce che abbiano avuto così rilevanza le elezioni in sardegna, anche se penso che se weltroni non si fosse dimesso ora l'avrebbe fatto dopo il risultato delle disastrose europee di questa primavera. adesso devono ripensare alla sinistra dalle fondamenta,altrimenti non ne usciranno mai.

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Sì ma oltre a Veltroni se ne dovrebbe andare anche qualcun altro... Se lo sostituiscono con uno dei soliti siamo punto a capo. E non fatemi pensare alle europee che mi viene già da star male.

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forse il "finalmente"è nel senso "finalmente il partito democratico si dimostra per quello che è sempre stato: Fallimentare"

 

 

non poteva essere altrimenti, visto che dietro veltroni c'erano sempre gli stessi personaggi della 'sinistra'

 

Esatto

 

Non ho mai appoggiato il Pd e non credo in questo progetto: le anime diverse si mettono insieme in parlamento non dentro lo stesso partito.

 

Il PD non ha senso: lunico meccanismo che aprezzo, le primarie, sono usate a cavolo.

 

Non ha iscritti, non ha una visione, non ha nulla!

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Quello che sembra più il papabile

ovvero Bersani,

non mi dispiace affatto.

 

Mi pare serio e onesto

a differenza di Veltroni che era solo onesto

o di D'Alema che era solo serio.

 

Non credo che il problema siano i teo-dem

all'interno del PD (sono in effetti il NOSTRO problema);

il vero problema del PD è aver abdicato all'anti-berlusconismo,

ma non so se sia l'ora di un'analisi.

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D'accordo con Almadel, però tu definisci il vero problema del PD il fatto di "aver abdicato all'anti-berlusconismo"

Dal punto di vista della strategia elettorale, certamente poteva essere qualcosa che pagava (anche se poi abbiamo visto come non abbia sempre funzionato, vedi i tempi di Rutelli); dal punto di vista identitario, però, definire la propria immagine come il "negativo" dell'avversario mi pare parecchio sintomo della carenza di idee, personalità, struttura politica

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Decisione saggia di Veltroni...urla di giubilo, finalmente!!!

Beh, non me ne voglia Walter...ma fallimentare davvero, lui e l'impronta (ammesso che ci sia stata) che ha voluto dare al partito.

E sono d'accordo con Almadel...abbandonare l'antiberlusconismo e implorare il dialogo, quando di dialogo con i signori che ti ritrovi di fronte non si dovrebbe neanche parlare...mossa sbagliatissima. E Berlusconi ringrazia.

 

Il prossimo?

Penso sia arrivato il momento per Bersani  :afraid:

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ForbiddenLove

era meglio prodi... una figura molto debole ma con delle idee ben precise...

a veltroni mancano proprio le idee...

dite quello che volete ma ora come ora faccio il tifo per di pietro perchè detesto berlusconi e credo fermamente nella giustizia... Una volta che berlusconi andrà via dai co...oni in via definitiva, il mio voto sarà per il partito che appoggerà i diritti civili dei gay.

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lui dimettendosi ha dato prova di essere debole.

 

Dici? Io penso che abbia fatto bene, invece. Non è da tutti saper ammettere i propri limiti.

Ad ogni modo, il PD ha bisogno di un vero leader, una persona carismatica, capace tanto di fare l'opposizine quanto di saper trovare un compromesso tra le parti. Sorge spontaneo chiedersi *chi*...  :afraid:

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Caro Wolf,

la "questione politica"

è sempre una questione spiacevole.

 

Intendo dire che le "strategie vincenti"

non sono mai un buon programma,

ottimi professionisti e grandi idee.

 

Per vincere servono due cose,

una l'ho detta io (un Nemico)

e una l'ha detta George (un Leader).

 

Oltre a queste ne servono altre due

che possono sanare alcune carenze

in fatto di "nemici" e di "leader"

che sono i soldi e i mezzi di comunicazione

(o i soldi e le armi, se non fossimo in democrazia)

 

Il PD è debole perchè non ha né un Nemico né un Leader.

La Lega li ha entrambi, l'IDV ha solo un nemico

Forza Italia ha praticamente solo un Leader (e un po' di anti-comunismo vago)

Alleanza Nazionale anche funziona bene sotto questi aspetti.

 

Il Consenso si costruisce su queste due cose (odiose)

il bisogno di un leader e la paura di un nemico.

E si rafforza spendendo più dell'avversario

durante la campagna elettorale.

 

Dopo questa premessa sul mio anarchismo

posso tranquillamente affermare che io

auspico per l'Italia solo un ottimo governo tecnico.

Perchè voglio che il mio Paese non sia "comandato"

ma semplicemente "ben amministrato".

 

Così - però - non si vince.

E si lascia l'Italia al peggior premier del dopo-guerra.

 

Tutto l'elettorato del Centro-Sinistra

mi pare appesantito da questo stesso paradosso

che in me si è fatto urgente e castrante.

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Amareggiata per avergli dato un voto mesi fa, non commetterò mai più l'errore di votare qualcuno solo per paura che vinca qualcun'altro.

Piuttosto in futuro deciderò di astenermi, e chi mi conosce sa bene quanto io odio doverlo fare, ma questo Paese non mi lascia altre possibilità.

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ForbiddenLove

phoenix, anch'io ho votato lui solo x paura che vincesse berlusconi... sennò ammetto che il suo programma di governo era davvero blando, nonchè tutta la struttura del pd

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Guest Irish Dragon

Il PD ha saputo dimostrare che non è poi così difficile tirarsi le bastonate da soli (d'altra parte, buona parte della politica italiana si è sempre basata sull'arte dei bastian contrari e del fare da opposizione in maniera quasi letterale), esattamente come ha pagato il voler raccogliere più elementi disparati per "accontentare" tutti. Come dimostra la coalizione di destra, una strategia del genere porta anche al farsi tenere per gli zebedei dagli elementi sì piccoli, ma pur sempre validi sotto il profilo numerico. Sicuramente al PD sono mancati dei "nemici" a lungo termine, però dubito possa verificarsi un'inversione di rotta solo per la presenza di un nuovo leader. Le ancore della pseudo-sinistra sono troppe e tutte di natura diversa, quindi non mi illudo.

La cosa che quanto meno apprezzo, è che Veltroni ha avuto il coraggio di mettersi da parte e riconoscere le proprie colpe, là dove un comportamento insistente avrebbe portato ad un'implosione del partito in sé.

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Poiché tutti dicono la propria, dirò anch'io la mia.

 

E' poco interessante, politicamente, parlare degli errori di Veltroni;

bisognerebbe parlare della crisi del Pd: che è una crisi strutturale,

ab origine. Di Veltroni basta dire che godeva di un credito sproporzionato rispetto

alle sue reali capacità (bisogna peraltro riconoscere che questo credito immeritato

lui lo ha speso e per 16 mesi ha tenuto insieme un partito che insieme non sta).

 

Il problema è nell'essenza del Pd, cioè nell'ennesima riedizione della ricetta

cattocomunista. Il Pd si doveva formare con i Ds, i Socialisti e i Radicali (cioè proprio

con quelli che sono stati esclusi o fatti passare per la porta di servizio), recuperando

(alle condizioni di "questo" Pd) i Verdi, che sarebbero venuti a implorare di essere ammessi,

e con la duplice prospettiva politica di allearsi con la Margherita (senza confondersi con essa)

e con l'IdV, cercando di signoreggiarle; tra l'altro

quest'ultima, con un Pd di impronta laica, più di sinistra, non confuso con Rutelli e

Binetti, avrebbe avuto un terzo dei voti che attualmente ha, e gran parte dei quali sarebbero

andati a "questo" Pd.

 

L'intelligenza nella vita consiste nel capire l'errore commesso e nel tornare indietro: ma

questi non hanno l'intelligenza di farlo, per cui la crisi del Pd "effettivamente esistente"

sarà perenne.

 

Quanto al fatto che sarebbe stato un errore abbandonare l'antiberlusconismo, posso dire solo

che sono pietrificato dal fatto che una persona intelligente come Almadel dica una cosa

del genere. L'antiberlusconismo giova solo a Berlusconi, anche perché in genere è rozzo, confusionario,

autoreferenziale, cioè impotente. Il vero problema è la mancata fondazione di

una nuova e vera Sinistra, che non c'è, e infatti non è votata. In nessun Paese del mondo la Sinistra

assomiglia alla Cosa realizzata dal Pd, che non è né un Partito Socialista illuminista

e laico alla francese, né un Partito socialdemocratico di tradizione e radicato come quello tedesco,

né un Socialismo libertario, anticlericale, rigoroso e coraggioso

come quello di Zapatero. Se gli eredi del Pds non sono riusciti a creare una nuova Sinistra

ben definita, come potranno mai vincere, se anche dove questa Sinistra esiste essa può essere

in crisi o minoritaria rispetto a una Destra ben definita (mi riferisco ai Socialisti francesi

rispetto a Sarzoky)?

 

Oltre alla serietà e all'onesta, ci sono poi due cose importanti: l'intelligenza,

e la capacità di elaborare idee politiche e nuova politica.

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Siamo nelle mani di cafoni e di bifolchi montanari che si lisciano una città che col surriscaldamento globale scomparirà e l'opposizione non ne approfitta.Perdere con la mediocrità è una figuraccia.

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L'intelligenza nella vita consiste nel capire l'errore commesso e nel tornare indietro: ma questi non hanno l'intelligenza di farlo

 

Infatti! Il discorso di abbandono di Veltroni è stata una roba da mettersi le mani nei capelli: o non ha capito niente o fa finta di non aver capito niente. Il PD così com'è e come si comporta, non è un partito credibile, punto e basta. E non mi pare si stiano per compiere passi sulla buona strada.

Franceschini segretario fino al congresso d'autunno? >________________> Cioè, vogliono proprio esser sicuri di prendere una tranvata galattica alle europee in modo da non arrivare neppure a vederlo l'autunno...

 

edit: Dio non ci credo. Hanno davvero nominato Franceschini...

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Se fosse vivo Fortebraccio, lo storico corsivista dell’Unità, oggi scriverebbe questo: «Si fermò una macchina, si aprì la portiera, non scese nessuno. Era Franceschini».

 

Jena - La Stampa

:rotfl: :rotfl:

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