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credete in Dio ?


SaveSoul

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Io sono Agnostico... però un giorno se avrò i coglioni di ammettere che non esiste nessun Dio passerò all'esser Ateo... devo crescere... in realtà siamo tutti presi da non so cosa, io ho semplicemente paura di ammetterlo e di prendermi i meriti e non di quello che sono e che ho vissuto... cadrebbero molte colpe e molti meriti che dò a lui (Dio).

 

So con certezza che non andrò in paradiso  :)

il tuo nick dice tutto XD

io purtroppo sono ateo. Dico purtroppo perchè riconosco che si vive più serenamente credendo in qualcosa, dando la colpa a qualcuno quando le cose van male, ringraziando quando van bene e almeno non si crede che dopo che muoriamo e' tutto finito il che ci aiuta ad andare avanti. Ma io non ci riesco, e' una cosa inventata dal cervello umano per farci evolvere. Quando muoriamo finisce tutto non c'è una seconda vita o il paradiso e la nostra vita non ha nessun senso se non quello che gi diamo noi, é la cruda ma vera realtà, a mio parere ovvio.

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Io sono credente, ma non credo nella chiesa come istituzione... dopotutto è fatta da uomini come noi che non hanno la certezza assoluta di quello che dicono... in ogni caso il discorso dell'aldilà è una cosa un po' strana.

In effetti fa strano il discorso di eternità perchè la nostra mente non è concepita per pensare a concetti di eterno o infinito... forse il discorso delle rincarnazioni è più facile da recepire perchè tratta sempre il concetto di infinito ma diviso in fasi finite... poi boh, si vedrà... l'importante è fare i bravi bambini  :bua:

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  • 2 weeks later...
Guest I_Will_Migrate

beh sì fare i bravi..

alla fine credo che la storia dell'Inferno, Paradiso, Purgatorio sia una favola creata per dare timore e credere quindi di più al cristianesimo, in questo caso

perché (a mio parere)... è una creazione dell'uomo aver composto delle 'sacre scritture', appunto per potersi spiegare ciò che è difficile da fare, creando un Dio (o più, nelle altre religioni come nell'induismo) e portando avanti queste storie 'inventate', per così dire

ovviamente nessuno lo potrà mai affermare, comunque un flusso che regola tutto c'è sicuramente, che regola innanzitutto il principio causa-effetto in questa sfera di esistenza a cui siamo sottoposti

comunque, se non si era capito, sono ateo e non prego nessun Dio (perché anche nelle situazioni più avverse sono sempre convinto di farcela, sputando magari più sangue, ma piano piano si esce sempre vincitori  :gha: )

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@I Will Migrate:

...un flusso che regola il rapporto di causa/effetto???

 

Tornando al topic, non so cosa significhi credere in Dio. Non ho fede, e se ripenso a quand'ero un (mediocre) credente, allora la fede era un buon surrogato a certi interrogativi. Poichè educato da cattolico, credevo di conoscere già praticamente tutte le risposte.

Studiare filosofia mi ha fatto capire che non sapevo neanche porre in modo rigoroso le domande.

Mi è sembrato un gesto di coerenza allontanarmi dal Cattolicesimo: non condividendo la maggior parte della dottrina, talvolta soffrendoci, davvero questa religione non mi apparteneva più.

 

...un autore francese del novecento, Levinas, scrive delle pagine molto belle sull'ateismo, dicendo più o meno così: é un rischio (quello dell'ateismo) che dobbiamo correre se il nostro intelletto ci spinge a farlo, e scoprire la  dimensione religiosa  nell'etica: diventa centrale il rapporto con l'altro che è l'autentico Altro.

Un po' come quando Gesù insegnava: quello che fate all'ultimo dei miei fratelli l'avrete fatto a me.

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  • 5 months later...

Non è un'inno all'ignoranza ma alla destruturalizzazione delle forme di pensiero indotte dalla cultura, per quanto io ami più la saggezza della sapienza.

Innoltre "Assolutamente" non è "Assolutamente si" ne "Assolutament no", un piccolo escamotage per non dover affrontare la complessità della reale risposta.

 

Io non credo in dio nell'accezione comune occidentale del termine. Possiamo dire che io sia un panteista puro, credo nella natura divina delle cose, nell'unità intima di ogni cosa con il tutto, di certo credo che al di la della materia e delle leggi della scienza ci sia ancora molto, da scientificizzare? Chissà. Da comprendere? Sicuramete... per chi ne sente il bisogno.

Ogni parola in questo discorso ne apre altri molto ampi, io, che sono pedante e criptico in queste cose, li serbo per le conversazioni faccia a faccia dopo posso calibrarmi meglio.

 

La tua affermazione è comunque un pò offensiva, dai per scontato che chi ha fede sia ignorante, e questo non lo credo vero.

Mi permetto di citarti cosa l'UNESCO definisce cultura:

 

"L’insieme dei tratti distintivi, spirituali e materiali, intellettivi e affettivi, che caratterizzano una società o un gruppo sociale. Essa comprende, oltre alle arti e alle lettere, i modi di vita, i diritti fondamentali dell’essere umano, i sistemi di valori, le tradizioni e le credenze".

 

Non pensi che la spiritualità e la religione siano anch'esse cultura e ricchezza dunque?

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io credo che l'agnosticismo sia la posizione più onesta

 

l'ateismo è un estremo anche facilmente smantellabile se vogliamo, e uno che si definisce cattolico non può non avere un riferimento nella chiesa.. cioè è il tuo boss non puoi far finta che non ci sia ed inventarti le regole del gioco!

solo che obiettivamente parliamo di tradizionalismo conservatore da far venire prurito alle mani

perciò uno dice eh sì ci credo ma non nella chiesa

 

ritengo però che sia una posizione uhm incoerente

 

poi il senso religioso sorge spontaneo

 

quindi uno se sente lo slancio buon per lui

 

ma razionalmente non è così facile

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Mi definisco agnostica.

 

Non credo nella Chiesa Vaticana, nè vado a messa [ovviamente], ma questo non implica che io non creda in niente.

Ci sono molte forme di fede e forse mi sto avvicinando ad una religione che nulla ha a che fare con il cattolicesimo.

 

Si vedrà.

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Hope.90; ho discusso proprio ieri con un fisico

che sosteneva che solo l'agnosticismo fosse onesto.

 

Gli ho indicato una porta.

Gli ho chiesto se fosse "onesto" ritenere

che dietro quella porta ci potesse essere un drago

e non - più banalmente - se credeva invece

che ci fosse una stanza che non aveva ancora visto.

 

Perchè gli Agnostici non ammettono

che anche Babbo Natale potrebbe esistere?

Hanno forse le prove della sua non-esistenza?

Non esistono prove della non-esistenza di nulla.

 

L'agnosticismo è una posizione sciocca,

perchè mette sullo stesso piano

un'affermazione quasi certamente falsa (Dio c'è)

e un'affermazione quasi certamente vera (Dio non c'è)

 

L'Ateo pensa che "l'onere della prova"

stia a colui che fa l'affermazione più improbabile.

Che l'esistenza di Dio sia anti-intuitiva

lo dimostra il valore stesso della Fede,

la quale non sarebbe una virtù teologale

se Dio fosse qualcosa di "probabile"

 

Baltabarin

 

Non è un'inno all'ignoranza ma alla destruturalizzazione delle forme di pensiero indotte dalla cultura, per quanto io ami più la saggezza della sapienza.

 

Mi sono chiesto cosa tu intendessi per "cultura".

Per fortuna più sotto lo spieghi.

 

Mi permetto di citarti cosa l'UNESCO definisce cultura:

 

"L’insieme dei tratti distintivi, spirituali e materiali, intellettivi e affettivi, che caratterizzano una società o un gruppo sociale. Essa comprende, oltre alle arti e alle lettere, i modi di vita, i diritti fondamentali dell’essere umano, i sistemi di valori, le tradizioni e le credenze".

 

Non pensi che la spiritualità e la religione siano anch'esse cultura e ricchezza dunque?

 

Se ho capito bene la Cultura deve essere "smontata"

perchè nella ricerca della Saggezza dobbiamo liberarci

da tutte le proiezioni fallaci che ingombrano la Verità;

ma deve anche essere rispettata come "ricchezza"

impedendoci di criticare la religione in quanto

"tratto distintivo spirituale" di una determinata popolazione.

 

Non c'è una contraddizione troppo evidente?

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Al più direi che alla contraddizione potrebbe essere sottratta la "spiritualità"

certo non la cultura religiosa.

 

Il tutto mi sembra molto russo...

 

Grandi romanzieri i russi, di filosofia han sempre capito poco, ma

certamente il pensiero necessario a produrre arte si nobilita nel

valore dell'opera d'arte prodotta.

 

Io consapevole dei miei limiti creativi e artistici ho sempre

pensato che la spiritualità in ogni caso mi sarebbe servita

a poco in mancanza di talento.

 

L'Agnostico in fondo implicitamente cerca di tenere distinti

due tipi di discorso, diciamocela tutta: è una rivendicazione

di autonomia della scienza di fronte al revanscismo religioso,

che cerca di evitare il conflitto.

 

Noi ci occupiamo dal big-bang in poi e vi lasciamo il diritto

di occuparvi del prima ( il mistero ) a condizione che non

pretendiate di dire menate sul "disegno intelligente"

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Se ho capito bene la Cultura deve essere "smontata"

perchè nella ricerca della Saggezza dobbiamo liberarci

da tutte le proiezioni fallaci che ingombrano la Verità;

ma deve anche essere rispettata come "ricchezza"

impedendoci di criticare la religione in quanto

"tratto distintivo spirituale" di una determinata popolazione.

 

Non c'è una contraddizione troppo evidente?

 

 

 

Nulla deve essere smontato, non c'è obbligatorietà, è una mia particolare convinzione, e nella mia specifica visione l'atto di smontare ha il fine di comprendere.

 

Il rispetto che poi io ho invocato non implica l'assenza di critica, amo illudermi sia possibile la critica serena (vedi appunto il discorso sullo smontare per comprendere) senza necessariamente giungere a condanne arbitrarie, in particolare, la mia risposta riguardava una specifica affermazione che collegava inelluttabilmente religiosità ad ignoranza, cosa che trovo piùttosto prevenuta e superficiale.

 

Il tuo discorso con Hope.90 non lo trovo molto valido, paragoni un istanza dell'essere umano a delle invenzioni fantastiche. Io invece concordo molto con Hope.90, l'agnosticismo è un terreno di sana esitazione, in cui non si cede ad una fede irrazionale e priva di fondamenti ne ci si chiude a prospettive più sensibili, chiaramente questo in via del tutto teorica...

 

Poi sentirei necessario chiedere a chi si professa ateo se questo ateismo comprende o meno un aspiritualismo generale. Il discorso si farebbe più "alto", poichè spesso si è atei in reazione ad una cultura che si precepisce come negativa e/o ostile, spostare il soggetto da un dio immanente alla moda abramitica ad un più generale senso di spiritualità cambierebbe le cose?

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L'agnosticismo è una posizione sciocca

 

 

L'agnosticismo può essere sostenuto in termini sciocchi o da persone poco rigorose

ma non é in sé una posizione sciocca, altrimenti anche Socrate lo sarebbe, e questo lo escludo a priori.

Tutto può essere sostenuto in termini più o meno soddisfacenti o insoddisfacenti, e questo vale anche

e soprattutto per l'ateismo o per il credere in Dio: ne ho sempre più esempi. In questo campo ciò che

più conta è il non cadere in posizioni dogmatiche, o settarie, che sono facilmente confutabili sul piano

della ragione. Indubbiamente il termine "agnosticismo" è un termine ingannevole, scivoloso, che si

presta bene a essere impugnato in termini ingenui, mentre un "agnosticismo" rigoroso è quello che

si esercita all'interno della scepsi filosofica, oppure di una filosofia del dubbio: allora è un grande

antidoto contro il settarismo e l'intolleranza, da cui proprio l'ateismo è molto spesso attentato.

Tuttavia anche l'ateismo e la fede dovrebbero imparare a essere sostenuti e a esprimersi in un quadro

dialettico, linguisticamente e concettualmente tollerante: questa è la vera sfida e il vero impegno,

direi anche della contemporaneità.

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aaaaaargh troppe risposte.

 

un'affermazione quasi certamente falsa (Dio c'è)

e un'affermazione quasi certamente vera (Dio non c'è)

io penso si equivalgano;

innanzi tutto babbo natale non è dio, cioè se babbo esistesse o meno a noi esseri umani ed universo ed animali e tutto il resto cambierebbe poco; l'esistenza o meno di dio invece cambia un bel po' il modo in cui dobbiamo vedere il mondo, interpretare le cose e porci ad esse

l'agnostico non è tale su tutto, ma precisamente è una posizione coniata (mi pare pure nel post kantismo) per definire appunto una tale posizione, precisa, rispetto all'opinione che uno ha sull'esistenza di dio

 

poi, dire che dio non è perchè non hai prove in merito, significa dire

"non ho mai visto una giraffa, allora non esiste"

(che poi le esperienze di dio fatte da religiosi vari siano opinabili è proprio perchè l'esperienza per essere scienza deve essere intersoggettiva, e quindi non sono ci sono prove eclatanti neppure per la sua esistenza)

se vogliamo invece riferirci a ragionamenti del tutto razionalistici dimostrare dio è una cazzata... il problema è che se una cosa è pensabile non è scritto da nessuna parte che sia pure esistente

(chi di noi non ha mai pensato ad un asino con le ali? -tutti eh XD - però non esiste)

non puoi dire che dio non c'è sia una soluzione più valida di dio c'è, perchè le confutazioni ed i sistemi impostati da entrambe si equivalgono

almeno così la penso

 

poi c'è tutto un discorso sul fatto che, ammesso eventualmente sto dio, bisogna descriverlo

dio DIVERSO religione

di definizioni di dio ce ne sono un fottio, e conseguentemente di fedi ce ne sono altrettante, quindi il discorso sulla fede presuppone che tu sia cristiano e che tu ammetta l'esistenza di quel tipo di dio

 

io invece potrei essere deista (o aristotelica) e dire che c'è sto coso perfetto che mette in ordine il cosmo. Punto.

 

un agnostico dice, ok, ritengo che di fronte a questa situazione, le prove razionali pro e contro l'esistenza di questo essere siano equivalenti ed non me la sento di esprimermi a favore o contro appunto perchè ii pesi sulla bilancia si equivalgono; rischierei di sbagliare sia in un senso che nell'altro, non volendo essere tracotante intellettualmente faccio epokè e tanti saluti.

un ateo invece dice che è più facile che dio non ci sia e così lo nega (e poi di solito è antireligioso, antispiritualista e compagnia), la quale finchè non sfocia in estremismi intolleranti e non tenta di obbligarsi a tutti, è una posizione rispettabilissima

uno che ci crede invece, eccezione, lo fa non perchè se ne sia convinto razionalmente, ma perchè ha in sè un sentimento, delle sensazioni, su cui poi costruisce un suo pensiero, e magari si adatta ad una religione

la fede in senso stretto non parte dalla ragione

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Quando ti accingi a "smontare al fine di comprendere"

sei disponibile a poter giungere anche a risultati negativi?

A un Dio malvagio o all'assenza di Dio o al politeismo?

Oppure hai già deciso a priori le soluzioni che rifiuterai?

 

Perchè io posso anche mettere in discussione il Paradiso,

ma se ho già deciso che voglio sopravvivere alla morte

non farò altro che sostituirlo con lo spiritismo o la reincarnazione;

che mi sembreranno più "veri" solo perchè - essendoci arrivato dopo -

non mi prenderò più la briga di discuterli.

 

Perchè se mi parli della natura divina delle cose e dell'unità panteistica

mentre io ho l'esperienza di un mondo caotico, di una umanità deforme,

di una Natura in cui vince la forza, di una Storia come catalogo di genocidi;

rischi solo di invitarmi allo scetticismo, come se mi parlassi di Provvidenza.

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credo che Dio ( o l'immagine ad esso associato) sia solo l'invenzione di un uomo primitivo ke nn sapeva spiegarsi il sole, il fuoco, la pioggia ecc....

credo cmq ke esisti qualcosa , ke ha fatto si ke ci nascesse la vita nel universo, ma di sicuro nn si intromette nel corso della storia....

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In questo topic niebla avrebbe voglia di rimangiarsi tutto ciò che ha sempre sostenuto da cattolico convinto.

Non so più in cosa credo.

Se un dio c'è, ora mi viene difficile predicarlo come facevo nei miei anni da catetista come buono e misericordioso.

Se un dio c'è, mi sembra piuttosto che noi siamo la sua playstation.

Scusate lo sfogo

(forse patisico il cambio di stagione)

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Quando ti accingi a "smontare al fine di comprendere"

sei disponibile a poter giungere anche a risultati negativi?

A un Dio malvagio o all'assenza di Dio o al politeismo?

Oppure hai già deciso a priori le soluzioni che rifiuterai?

 

Bhe io non sono un teista, quando analizzo un fenomeno di religiosità analizzo quello altrui, poichè il mio non esiste come soggetto a se stante ma come parte di un discorso generale sulle cose. Posso capire il bisogno di fede, capire le meccaniche, le motivazioni e la funzione, la visione e il ruolo del divino nelle persone che tento di capire, come anche l'assenza di tale fenomeno.

 

Perchè io posso anche mettere in discussione il Paradiso,

ma se ho già deciso che voglio sopravvivere alla morte

non farò altro che sostituirlo con lo spiritismo o la reincarnazione;

che mi sembreranno più "veri" solo perchè - essendoci arrivato dopo -

non mi prenderò più la briga di discuterli.

 

Questo è ovvio, la paura della morte è sempre stata un grande motore delle religioni, tuttavia non ti so dare una risposta poichè la mia personale convinzione e che dopo la morte non ci sia continuazione dell'esistenza dell'individuo. Ma sono ben disposto a ricredermi una volta morto.

 

Perchè se mi parli della natura divina delle cose e dell'unità panteistica

mentre io ho l'esperienza di un mondo caotico, di una umanità deforme,

di una Natura in cui vince la forza, di una Storia come catalogo di genocidi;

rischi solo di invitarmi allo scetticismo, come se mi parlassi di Provvidenza.

 

Ribadisco, non sono un teista dunque per me nessun dio dirige il cosmo, ai miei occhi è tutto molto più simile ad una coreografia che reagisce alle variazioni dei singoli elementi che la compongono. Quello che io trovo sacro è la complessità infinita e la grazia di questo fenomeno. Purtroppo è un concetto che non riesco a rendere, ne intendo renderlo in questa sede.

Però non ti è mai passata per la testa l'idea che il chaos pieno di mostri e violenza che vedi possa essere solo una mancanza di capacità di comprenderlo come un'ordine? E che forse sia proprio la valutazione morale dualistica a fregarti?

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Baltabarin

Però non ti è mai passata per la testa l'idea che il chaos pieno di mostri e violenza che vedi

possa essere solo una mancanza di capacità di comprenderlo come un'ordine?

Ecco, questo è un punto interessante.

 

Perchè poco prima ti eri risentito che qualcuno

considerasse la religiosità come "ignoranza"

e ora difendi il tuo concetto di Armonia

("coreografia" in luogo di "caos", passami il termine)

parlando di "incapacità di comprensione"

(che è molto peggio della "ignoranza"...

è più simile alla "stupidità" o alla "aridità")

 

Chiedermi se io sia ateo o banalmente "irreligioso per reazione"

è una domanda assolutamente legittima ma offensiva.

Equivale a chiedere a un gay italiano e buddista,

se la sua religione non sia solo una reazione all'omofobia della Chiesa

(conosco molti gay che hanno lasciato la Chiesa,

nessuno lo ha fatto per convertirsi all'Islam, però;

conosco molti italiani buddisti, quasi nessuno etero)

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io ho l'esperienza di un mondo caotico, di una umanità deforme,

di una Natura in cui vince la forza, di una Storia come catalogo di genocidi;

 

 

ai miei occhi è tutto molto più simile ad una coreografia che reagisce alle variazioni dei singoli elementi

che la compongono. Quello che io trovo sacro è la complessità infinita e la grazia di questo fenomeno.

 

 

Ritenete impossibile tenere insieme questi due punti di vista e queste due diverse visioni del mondo?

I Greci parlavano di una dialettica tra chaos e kosmos.

E la loro "religione" (non esiste un termine specifico e proprio per "religione" in greco) si basava

sul tenere uniti questi due aspetti che noi oggi separiamo, unilaterali come siamo.

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Isher (e mezzo Hope90)

Ti prego niente "ipse dixit" con Socrate, ok?

Socrate era agnostico, Socrate è saggio; essere agnostici è saggio. ;)

E non dire che l'ateismo è dogmatico, solo perchè pensi al "materialismo dialettico".

Il marxismo è dogmatico, il marxismo è ateo; l'ateimo è dogmatico ;)

Se riduci tutto al valore del Dubbio e del Dialogo, sono d'accordo con te.

 

Per me "Dio" è più o meno come "il mostro sotto il letto";

forse i bambini hanno ragione e si nutrirà delle loro interiora

non appena io dovessi spegnere loro la luce della cameretta,

consentimi però di rassicurarli e di negare che esista, va bene?

Lo so a cosa stai pensando... posso anche raccontargli dello "angioletto custode"

ma mi sembra una cattiva strategia....

 

Hope.90

 

Sei libera - anzi liberissima - di credere che "Dio"

sia quel "qualcosa che mette ordine nell'Universo".

Sfortunatamente né a me né alla meccanica quantistica

l'Universo dà l'impressione di essere un qualcosa di ordinato.

Io ho questa sensazione, gli scienziati ne hanno le prove:

ma - in ogni caso - il tuo Dio pensava che il terremoto all'Aquila

avrebbe reso l'Abruzzo un posticino più "ordinato"

o l'HIV endemico in Africa mettesse "ordine"

nella disordinata vita sessuale dei negri

(che - è certo - piacciono a Dio meno di noi Veneti).

 

Se è questo l'ordine che il tuo Dio ha predisposto,

non ti devi stupire se io - nei miei momenti di agnosticismo -

bestemmio come un portuale.

Infatti, forse Dio esiste ed è bene sappia cosa penso di lui.

 

Mi angoscia pensare che Baltabarin veda una "coreografia"

in tutto questo e si stupisca della mia miopia.

Mi angoscia persino che voi la riteniate possibile.

 

Davvero... non mi sento "arido" né "poco sensibile"

né cerco prove inconfutabili che Dio esista o meno.

Accettare che sia tutto frutto del Caso,

per me è una LIBERAZIONE.

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Certo che lo sentite molto il tema!

 

Sulla religiosità degli antichi greci so che Isher potrebbe

farmi a pezzi...ma io rimango affezionato all'idea che sia

una religiosità tuttosommato positiva perchè mitopoietica,

ci sarebbe poi il problema dell'esito della tragedia greca, in

ogni caso creativo.

 

Però...o si sta con Eschilo o con Socrate.

 

Certamente l'idea di considerare ordine e disordine come

due facce della stessa medaglia ha un senso, sebbene

implichi una concezione non lineare del tempo.

 

Insomma stiamo definendo la religiosità come il modo in

cui vediamo il mondo...come un'estetica, come una poetica?

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Una correlazione fra religiosità ed ignoranza esiste certamente. E' un dato statistico.

La percentuale di persone che si dichiara credente in un dio decresce rapidamente al crescere del grado di istruzione:

www.uaar.it/ateismo/statistiche/scienziati_atei/

 

I paesi con una popolazione più istruita sono anche quelli con il maggior numero relativo di atei, ed in generale questi stessi paesi sono quelli dove la qualità della vita è migliore (il che suggerisce che la religione sia un fenomeno deleterio per la società).

 

E' vero che correlazione non vuol dire causalità, ma il sospetto che la religione sia frutto dell'ignoranza resta.

 

Dio stesso è la personificazione allegorica dell'ignoranza: il Dio dei Buchi (God of the Gaps) che "spiega" (si fa per dire) solo ciò che ancora non sappiamo e che retrocede di fronte ad ogni nuovo avanzamento della scienza.

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ahriman ma se usi come fonte lo uaar grazie tante XD

comunque pascal non era proprio un pirla eh ;)

 

scherzi a parte, almadel, capisco cosa dici, è una delle patate più bollenti della filosofia cristiana/religiosa, ma il fedele saprebbe risponderti

dicendo per esempio che dio non agisce direttamente nel mondo ma negli spiriti della gente

e che il male c'è perchè ce lo siamo incastrato noi (peccato originale e libero arbitrio)

oppure migliaia di altre risposte che nel loro contesto hanno un senso

 

e poi io non ho fede eh sia chiaro XD

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Per me "Dio" è più o meno come "il mostro sotto il letto";

 

né cerco prove inconfutabili che Dio esista o meno.

Accettare che sia tutto frutto del Caso,

per me è una LIBERAZIONE.

 

 

Almadel, dovevi cominciare con queste asserzioni.

Tu sei ateo, per questo,i o ad esempio lo sono perché manco totalmente

di esperienza ed educazione religiosa, ma questo non elimina il problema di come sostenere il proprio ateismo (o

la propria religiosità), in maniera tollerante, in una visione civile e dialogante dell'umanità,

che era il tema e il filo conduttore del mio post.

 

Ti prego niente "ipse dixit" con Socrate, ok?

Socrate era agnostico, Socrate è saggio; essere agnostici è saggio. ;)

E non dire che l'ateismo è dogmatico, solo perchè pensi al "materialismo dialettico".

Il marxismo è dogmatico, il marxismo è ateo; l'ateimo è dogmatico ;)

Se riduci tutto al valore del Dubbio e del Dialogo, sono d'accordo con te.

 

 

Carissimo, io non ho reclamato l'ipse dixit su Socrate! Oltre tutto, è il meno adatto

per essere invocato in tal senso, visto che era un aporetico e che non ha scritto niente,

e non si sa nemmeno cosa attribuirgli, eccetto il «sono cosciente di non sapere».

Ho solo detto che se gli agnostici sono sciocchi

allora Socrate fa parte di quel genere: ma la conclusione è assurda, e quindi la premessa non è

acettabile. Il mio è un impeccabile sillogismo dialettico  ;)

 

Ma avrei potuto parlar più breve e dire quello che ho detto dopo: tutto dipende da come uno sostiene le proprie

posizioni, se le sostiene in modo ingenuo e rozzo o intelligente e denso.

Io non credo che l'agnosticismo sia saggio, né che l'ateismo è dogmatico, anche per questo.

 

@ Hinzelmann

(non mi far fare un'altra citazione, è una manovra laboriosa e potrei non reggere  ;))

 

Ma sì, parlare di religiosità ha senso solo se si va su un piano mitopoietico,

se si innalza il discorso abbandonando sciocchezze politiche concordate nei Sinodi,

dogmi e piccoli catechismi, e facendo discorsi creativi, che aumentano il potenziale dell'uomo

di sentire, pensare, sentirsi pensare, immaginare, creare simboli, sentirsi nell'universo in compagnia di

"Altro"; oppure, per chi è ha una coscienza religiosa e ha veramente fede, la sua spiritualità.

Ma anche in questo secondo caso bisogna scindere nettamente il credere in Dio, la fede, dalla

dogmatica, spesso orribile e inumana, dei Monoteismi.

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ahriman ma se usi come fonte lo uaar grazie tante XD

comunque pascal non era proprio un pirla eh ;)

 

scherzi a parte, almadel, capisco cosa dici, è una delle patate più bollenti della filosofia cristiana/religiosa, ma il fedele saprebbe risponderti

dicendo per esempio che dio non agisce direttamente nel mondo ma negli spiriti della gente

e che il male c'è perchè ce lo siamo incastrato noi (peccato originale e libero arbitrio)

oppure migliaia di altre risposte che nel loro contesto hanno un senso

 

e poi io non ho fede eh sia chiaro XD

 

Carissima Hope.90,

so benissimo cosa mi risponderebbe un fedele.

Un fedele sarebbe capace di dirmi che è COLPA NOSTRA

anche di fronte a un TERREMOTO

che col "libero arbitrio" e il "discernimento del bene dal male"

non c'entra una benemerita sega.

 

Tanto varrebbe che mi si dicesse che gli stupri

avvengono perchè le donne sono tutte troie...

incolpare la vittima è un grande classico, no?

 

E' su questo che volete che io sia TOLLERANTE?

Sul fatto che è possibile che un bambino nasca con la leucemia

perchè "in qualche modo" questa è una nostra colpa?

Stiamo scherzando? Io so PER CERTO che non è così!

Trovo abominevole anche solo pensarlo seriamente!

 

E no, non mi aiuta credere che sia una coreografia di cui non conosco i passi.

E no, non penso affatto che la leucemia "abbia un qualche senso"

che la mia limitatezza non riesce a percepire.

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ahriman ma se usi come fonte lo uaar grazie tante XD

comunque pascal non era proprio un pirla eh ;)

 

Le statistiche sono basate sui dati, e i dati sono indipendenti dalla fonte.

Questo perché i fatti sono diversi dalle opinioni. Concetto difficile da ricordare nell'Italia degli ultimi anni.

 

Mi sembri uno di quei berluscones che quando sentono: "il nano ha più processi sul groppone del capo dei corleonesi",

replicano con grande intelligenza: "comunista! tanto avete perso l'elezioni, ah-ah-ah andate a casa a piangere, zecche".

(purtroppo tu parli con ironia, loro no...)

 

 

Cmq se vuoi altre fonti:

 

http://hypnosis.home.netcom.com/iq_vs_religiosity.htm

http://kspark.kaist.ac.kr/Jesus/Intelligence%20&%20religion.htm

 

 

Anche il riferimento a pascal non prova nulla. Cosa c'entra che un singolo credente (del '600, fra l'altro) sia stato geniale?

L'ornitorinco è un mammifero con un becco d'anatra che depone le uova, ma se penso ai mammiferi l'ornitorinco non è l'esemplare più tipico che mi possa venire in mente.

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un ateo invece dice che è più facile che dio non ci sia e così lo nega (e poi di solito è antireligioso, antispiritualista e compagnia), la quale finchè non sfocia in estremismi intolleranti e non tenta di obbligarsi a tutti,

 

hai descritto bene lo stereotipo degli atei che hanno i religiosi, nella realtà un ateo (come me) non si pone nemmeno il problema se dio esiste o no, per il semplice fatto che lo trova una costuzione intellettuale, non perchè "è più facile".

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